In questi giorni, e fino al giorno della elezione del nuovo Predidente della Repubblica, (ormai fra alcune settimane) è balzato alle cronache un tema forse ormai desueto: la Gratitudine.
Desueto perché effettivamente sembra un elementi avulso da questa Società Post Moderna, del digitale , dei personalismi, del successo a tutti i costi, degli influenzer , dominata dai social e dall'egoismo piu sfrenato.
La stragrande maggioranza, causa anche la Pandemia, in mancanza di valori forti e di ideali cui consacrare la propria esistenza, come furono, ad esempio, un tempo, quelli della Rivoluzione Francese, Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, vive in una sorta di " si salvi chi può ".
Anche i giovani, mortificati spesso, anche dalla precarietà del lavoro, e mancanza di prospettive solide per il loro futuro, perdipiù costretti dal Covid a un isolamento sociale, si sono chiusi nel loro piccolo mondo del virtuale e dell' autosufficienza culturale.
Un mondo distante dunque dallo scambio esperenziale che normalmente avviene nelle Comunità locali e nelle sedi educative e formative.
Il mancato ricambio generazionale poi sta facendo il resto.
Parlare dunque oggi di gratitudine è anacronistico.
Eppure la Politica, forse proprio per questo, dibattendo oggi su chi debba essere il nuovo Presidente della Repubblica, ha tirato fuori il tema della ingratitudine.
Così, a dire il vero, utilizzandolo più a mo' di veto, Berlusconi parlando della possibile candidatura della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, la definisce, sulla stampa, come una ingrata e poco rispettosa della sua Leadership, accusata di essersi spesa poco in questa Legislatuta sia per Forza Italia, il Suo Partito di provenienza, sia sulla palese candidatura dello Stesso Berlusconi a Presidente della Repubblica.
Premesso che la Presidente Casellati, esercitando la seconda Carica dello Stato, poco poteva schierarsi con la propria parte politica, evidenzio allora come, seguendo questa logica, sia giusto parlare di ingratitudine sia nel caso di Pierferdinando Casini ex Presidente della Camera , che quella di Giuliano Amato, ex Premier, due nomi di cui oggi si parla, quali futuri Presidenti della Repubblica.
È noto a tutti infatti che Casini poco ha difeso di volta in volta i Leaders Democristiani caduti in disgrazia come Forlani , suo mentore, così come il Partito della DC, coinvolto a suo tempo in Tangentopoli.
E lo stesso vale per Giuliano Amato, a suo tempo stimato Docente di Diritto, che poco si batté per Bettino Craxi ed il P.S.I. quando lo stesso fu annientato dall' orda Giustizialista delle toghe Rosse di Milano.
Direi dunque due cose:
Primo che è da sempre proprio l' ambito Politico quello ove si coltiva, ai massimi livelli, l'Ingratitudine, basti pensare alla storia, che ci segnala Bruto, tra gli assassini del Padre naturale Giulio Cesare, nelle idi di Marzo del 44 .
Quindi mi viene da dire" da che pulpito viene la predica", in secundis, che è tempo di guardare alle sorti del nostro Paese ed al suo futuro, pensando di eleggere un Presidente o una Presidente, che sia autorevole, anche a livello Internazionale, inclusivo, arbitro imparziale nelle vicende pubbliche e garante del rispetto della nostra bellissima Costituzione Repubblicana, il resto son futili parole .
Sebastiano Arcoraci
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