La sconfitta interna contro il Crotone, culminata con il 2-0, ha segnato l’addio di Giacomo Modica dalla panchina del Messina. L’allenatore ha annunciato le proprie dimissioni nella sala stampa dello stadio "Franco Scoglio", al termine di una serata caratterizzata anche dalla contestazione della Curva Sud, che, pur sostenendo la squadra, ha manifestato il proprio disappunto a fine partita.
Nel suo lungo intervento, Modica ha spiegato le ragioni della sua scelta:
“Devo prendere atto che, se qualcuno deve pagare, è l’allenatore. Lascio alla nuova proprietà la possibilità di scegliere un nuovo tecnico. Ma il problema va cercato anche altrove, non è solo mio. Non è una questione di soldi, anche perché, con quanto ne avanzo, potrei fare l’azionista. Oggi lascio con serenità, perdo l’orgoglio ma non la dignità.”
L’ormai ex tecnico giallorosso ha sottolineato le difficoltà incontrate durante il suo percorso, legate a una mancanza di stabilità e risorse:
“I risultati sono frutto di organizzazione e stabilità, cose che qui sono mancate. Ho sempre dato tutto me stesso, ma ora penso sia giusto lasciare”.
Modica non ha risparmiato parole dure, ma sincere, sul suo rapporto con l’ambiente e con i tifosi:
“Sono un innamorato di quella donna che si chiama Messina, mi hanno ingabbiato quando era già da tempo che il mio percorso era finito, ho cercato di non mollare solo per i ragazzi. È tutta l’aria che mi desta l’ amarezza, non la sconfitta di oggi. Forse è giusto che lasci, non mi va più di proseguire e di poter essere il condottiero di questi ragazzi.Qua c’è la mia testa e mangiatevela, ma perché l’ho deciso io, lo faccio solo per rispettare quei 7 capi tifosi che conosco da 40 anni. A luglio sono stato fregato da questa bellissima donna, mi sono ammazzato da solo, suicidato il 13 giugno, ho sbagliato e pago”.
Le dimissioni di Modica aprono una nuova fase per il Messina, chiamato ora a trovare un allenatore capace di invertire il trend negativo.
Il destino del Messina resta incerto, ma l’addio di Modica rappresenta un momento di riflessione profonda per una piazza storica.
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