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Redazione

Associazioni Ambientaliste della Valle del Mela su AIA RAM



“ Quousque tandem abutere, RAM, patientia nostra? ”


Trascorsi alcuni giorni dall’irruzione nel dibattito locale della questione intorno alla nuova AIA rilasciata alla Raffineria di Milazzo, prendono posizione anche le Associazioni Ambientaliste della Valle del Mela.

“ Notiamo con rammarico, ma senza stupore, che i grandi assenti da tavoli e riunioni convocati per le prossime settimane per salvare il salvabile sono i cittadini, i portatori d’interessi diffusi e gli altri comuni del comprensorio. Non solo non vengono invitati, ma neppure lontanamente menzionati. Secondo i politici locali, le segreterie sindacali e i dirigenti aziendali, si presume per questi ultimi : ”dato che non parlano, è ancora, una volta sulla loro testa, che bisogna decidere” e mutando il necessario, i cittadini affermano: “Quousque tandem abutere, RAM, patientia nostra?

A scriverlo le Associazioni ambientaliste della Valle de Mela che si dissociano dal fatto evidente e generalizzato che, per quasi tutte le parti coinvolte, viene reputato efficace seminare qua e là un pò di paura sulla possibile chiusura degli impianti senza che ancora nessun comunicato ufficiale sia pervenuto dalla Ram. È difficile non comprendere per le Associazioni che se il Ministero della Transizione Ecologica impone dei limiti vorrà dire che tali limiti discendono da legislazione europea nazionale e che il mancato inserimento nel decreto AIA risulterebbe, una chiara violazione di legge anche alla luce della verificazione disposta dal Tribunale Amministrativo Regionale in seno al ricorso presentato da alcuni comuni della Valle del Mela e dalle associazioni del territorio.

“ Solo se la RAM spende per modernizzare e ambientalizzare gli impianti e adempiendo alle normative, - continuano - si può essere certi che intenda rimanere nella Valle del Mela” e come la raffineria di Augusta, continuare mantenere la produzione in un territorio e adeguarsi a quel limite che la Ram sostiene impossibile da raggiungere con le tecnologhe esistenti, fissato dalla nuova Aia dell’ 11 gennaio 2022 dal Ministero della Transizione Ecologica per il camino E10 del cosiddetto ‘impianto zolfo’ di 20 mg/m3 per alcuni inquinanti chiamati COV.

Il fatto che, seppure inviate, il ministero non ha recepito le prescrizioni sanitarie da includere nella nuova AIA, potrebbe essere ricondotto al fatto che, dicono le Associazioni “ dal verbale della conferenza dei servizi che abbiamo letto, è che, i due sindaci, hanno condizionato le prescrizioni a uno studio di fattibilità. Un po’ come dire: “il limite di velocità è 130Km/h, lo imponiamo ma non siamo certi che sia davvero pericoloso infrangerlo”. Orbene: se l’autorità non è sicura che superare i 130 Km/h, o infrangere i limiti di anidride solforosa nel nostro caso, possa nuocere - con quale giustificazione impone, dunque, i limiti stessi? Non sarebbero essi determinati arbitrariamente? In sostanza, se così stanno le cose, le prescrizioni che i due sindaci hanno invitato potrebbero essere state viziate da una mancanza procedurale da principio. Lo scopriremo presto”.

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