Messina - Mezza Piazza Duomo piena ieri sera per l'apertura ufficiale della campagna elettorale per il candidato sindaco di Sicilia Vera, Federico Basile.
Tra musica e comizi, in scena le due anime di questo schieramento: il garbo quasi timido di Basile e l'ormai nota potenza comunicativa di Cateno De Luca.
Il primo a salire sul palco è stato l'aspirante alla poltrona di primo cittadino.
“Il 14 febbraio – ha esordito -, quando Cateno De Luca è venuto a casa mia, non mi conosceva nessuno e qualcuno disse: Basile? Ma chi è questo Basile?”. Oggi, sondaggi alla mano, qualcuno forse incomincia a preoccuparsi”.
Poi si è presentato: “Federico Basile sono io: un messinese al 100 per 100”, “sono un padre di famiglia con una moglie e due figli”, “poi sono incensurato”.
Riferendosi alla sua candidatura e agli avversari: “Noi siamo qua in piazza perché non abbiamo nulla da nascondere. Perché sono gli altri che hanno qualcosa da nascondere e perché non abbiamo nulla di cui vergognarci. Perché Cateno De Luca in questa battaglia non è dietro di me a muovere i fili: è accanto a me, è candidato con me nelle mie liste. Sono orgoglioso di avere un candidato eccellente come Cateno De Luca e sono gli altri ad avere qualcuno alle spalle”, “qualcuno che magari non ha fatto del bene per questa città, o magari qualcuno che era impegnato a cercare una soluzione per non essere condannati”. “In questi anni forse si erano nascosti” e “ora che hanno capito che la città è cambiata - perché l'abbiamo cambiata! - e stanno arrivando un sacco di finanziamenti, sono usciti dalla tana”.
E ancora: “Non c'è più una destra e una sinistra”: “abbiamo un candidato del centrodestra che stato assessore del Governo di centrosinistra” e “abbiamo un candidato di centrosinistra che non so bene neanche io che cosa rappresenti: un'armata Brancaleone in cui ci sono pacifisti e guerrafondai, o meglio, soggetti che in questi anni hanno portato l'ambientalismo a quelli che vogliono portare il gas a Pistunina”.
“Questa città non è stata isolata da Cateno De Luca: è stata isolata” “da chi non l'ha saputa governare”.
Poi, sul suo impegno di candidato: “Cateno De Luca il sindaco lo sa fare e a me lascia un'eredità pesantissima”, “ci lascia un'eredità importante in termini di programmi, in termini di finanziamenti, in termini di nuova visione della città” e lascia una squadra di assessori che “all'indomani, dal giorno dopo, i miei assessori, appena accenderanno il computer, sapranno già cosa fare, come fare e dove devono andare”.
Concentrandosi su quella che poco prima ha definito “l'eredità” lasciata dalla precedente Amministrazione: “Qualcuno ha detto: “in questi anni si è fatto poco e quel poco che si è fatto, si è fatto male”. “Allora qui c'è un problema: o chi parla non vive a Messina, o chi parla non ha la minima idea di cosa voglia dire amministrare una città”.
E da qui ha passato in rassegna l'operato di De Luca: “in tre anni abbiamo fatto tante di quelle cose che in trent'anni non si sono neanche immaginate”, dal trasporto pubblico con un parco autobus incrementato; l'illuminazione pubblica; la raccolta differenziata al 55 per cento; il risanamento finanziario, passando da 552 milioni di euro di debiti ai 141 milioni, abbattendo il debito del 70 per cento e risalente al 1985, consentendo di liberare somme: “dal 2023 questo Comune avrà 20 milioni di euro da spendere”; il risanamento delle baracche e “noi siamo la prima città d'Italia che ha ottenuto 151 milioni con il progetto “Qualità dell'abitare” per far risorgere quelle zone”.
Sul lavoro, ha sottolineato che è un tema che sembra esserci solo in campagna elettorale “con strane selezioni del personale” e “lo stiamo vedendo cosa sta succedendo nella sanità messinese”, riferendosi ai dubbi sollevati da De Luca sul concorso per figure amministrative all'Ospedale Papardo. “Qualcuno dice che siamo più sinistra della sinistra: noi al Comune di Messina abbiamo stabilizzato tutti i precari” e assicurando per il futuro più di mille assunzioni.
E poi, i 71 milioni per il polo di eccellenza tecnologica che sorgerà presso gli ex magazzini generali; i 25 milioni per la forestazione urbana; i 55 milioni per creare la cittadella dopo di noi.
“Queste risorse che arriveranno, creeranno posti di lavoro, quei posti di lavoro che la politica non ha creato”.
Sull'affaccio a mare, altro argomento elettorale, Basile ha parlato degli investimenti per oltre 200 milioni, di cui già finanziati 18 milioni per il tratto tra il cavalcavia e la zona del vecchio macello. E per il futuro ha immaginato un'arena della falce, una struttura nell'area ex Sanderson, la valorizzazione dell'ex Sea Flight che dopo 40 anni verrà abbattuto.
Sui quartieri: “Noi abbiamo rilanciato le Municipalità e da queste dobbiamo ripartire”.
Avviandosi alla conclusione: “In questi tre anni e mezzo si è fatto tanto, si è fatto tantissimo, ma bisogna fare altrettanto, bisogna fare di più. Dobbiamo farlo con un Consiglio Comunale completamente rinnovato, senza freni a mano”.
E salutando: “Io sono qua perché rispondo a voi” e “sono l'unico che può fare il sindaco di questa città”.
Dopo, sul palco sono saliti i candidati delle nove liste, soffermandosi di più l'ultima, “Prima l'Italia” di Nino Germanà, essendo questa l'occasione della presentazione ufficiale e con il saluto di Vittorio Sgarbi che, con un video, ha dato il suo appoggio.
Successivamente, l'intervento di Cateno De Luca che ha illustrato gli obiettivi di queste elezioni: vittoria di Basile al primo turno; premio di maggioranza; superamento del 40 per cento in Consiglio, diventandone lui stesso il presidente.
Tra gli attacchi in pieno stile De Luca, ha puntato il dito sull'attuale Consiglio comunale, reo, a suo dire, di non essersi voluto confrontare con l'Amministrazione. A Croce ha rimproverato di avergli scagliato contro tutti i vertici di Forza Italia, Berlusconi compreso, per le presunte battute sessiste contro la deputata Matilde Siracusano, smentendole, ancora una volta.
E, infine, non poteva mancare la sua esibizione canora.
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