Le sue varietà sono come acquerelli che la dicono lunga sulla bontà d’autore che non può restare appesa, come in un arazzo incredibilmente ricco di scene, bensì deve essere assaggiata e riassaggiata più e più volte, senza stancarsi mai. Parliamo dei gusti del maestro gelatiere Giuseppe Arena che ha avviato, tanti anni addietro, la sua attività pasticcera, nel ventre del villaggio Ganzirri a Messina e, adesso, si è guadagnato L’Arcimboldo dorato con una destrezza che abbraccia dai gelati alle granite tipicamente messinesi. La tecnica dello chef si sovrappone a quella di un artista dei sapori e dei profumi ed è anche per questo che “si becca” il riconoscimento di magistrale livello. Le doti nel sapere coniugare l’espressività delle materie prime eccellenti alla fantasia della produzione hanno fatto sì che Giuseppe Arena fosse uno dei prescelti per entrare a fare parte della Guida de L’Arcimboldo, ottenendo il titolo dei 3 Pennelli e la statuetta che viene gestita e consegnata dall’International Festival 2024 de L’Arcimboldo d’Oro. La manifestazione enogastronomica si articola ogni anno in provincia di Napoli (nel comune di Lettere e nella struttura “Elisabetta Luxury Events”) ed è indirizzata a tutti i professionisti dell’arte culinaria e dolciaria che sanno illustrare gli aspetti storici e culturali della propria area geografica e li traducono con un piglio innovativo.
Evidentemente, Giuseppe Arena che ha sempre mostrato questa vena di modernità tiene molto all’esaltazione di ciò che è scandito dalla tradizione, come la specialità della granita Caffè con Panna detta “Menza ca’ Panna”, a cui vorrebbe garantire un suo marchio De.Co. (Denominazione Comunale) di Origine. Da fine esperto del settore, chef Arena ha fatto pressing su questa causa, anche tra i colleghi, intanto per dare un input alla certificazione cittadina e renderla un volano da acquolina in bocca per l’Area Metropolitana. “Da tanti anni, mi porto dentro questo desiderio - afferma lo specialista dell’arte dolciaria – di far accreditare la mezza con panna con un marchio come la nostra granita più simbolica, che è accompagnata dalla nostra brioche col tuppo (assolutamente messinese). Lo spero e mi preoccupo non per me stesso che appartengo alla categoria dei pasticcieri ma per la collettività di tutti gli esponenti professionali che si prodiga per la fattibilità di uno straordinario prodotto, imitato da troppi e non sempre specializzati. Bisogna anzi fare in fretta per la titolarità della ricetta che ha una sua solida storia”.
Il gelatiere e granitiere prepara nel suo esercizio di ristoro, accanto alla caratteristica chiesa di San Nicola, ben ventotto gusti di gelati (da quelli tipici quali nocciola, pistacchio, gianduia e vari tipi di frutta) e dieci di granita (quelli più curiosi “al Bergamotto” e il gastronomico, a base di mandorla e Passito di Pantelleria Doc). Da non perdere anche il Tris di Agrumi e il gusto al Melone Cantalupo e Prosciutto Crudo Caramellato sopra, al Mandarino delle zone limitrofe e naturalmente ai Gelsi, che rappresenta una delle tipologie più richieste ed apprezzate. Lo specialista della granita sta sperimentando ulteriori connubi con caramello e arachidi ed una varietà “Sesamo bianco” quindi con una Tahina – crema di semi di Sesamo Bianco ed una variegatura di Gran Pistacchio.
L’intento principale di Chef Giuseppe Arena è quello di valorizzare a 360 gradi le sue tipicità fuori dallo Stretto di Messina ed ogni volta che può accetta importanti inviti a partecipare a Kermesse di grande rilievo, come “Casa Sanremo” (evento collaterale di Ospitalità con prelibatezze Food regionali al Festival Canoro), dov’è stato il pastry chef ufficia
Ad organizzare alla perfezione nella stupenda location la rassegna sono stati Angela Merolla e Raffaele Nocera, che hanno potuto utilizzare l’edificio della famiglia Di Martino che guarda al Golfo di Napoli, alle Isole di Capri, Ischia e Procida e al Vesuvio.
Il talento di ognuna delle figure di spicco, chiamate alla premiazione de L’Arcimboldo, si identifica con il riconoscimento dei Pennelli d’Oro, che oscillano da uno a tre. Non a caso il “protagonista di questo racconto” ne ha riscossi appunto 3 e gli auguriamo di vivere sempre più sulla cresta dell’onda.
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