Il servizio ATM potrebbe subire delle flessioni se i lavoratori non dovessero percepire il premio (pur dovendo essere erogato ad integrazione del salario trattato sul territorio, come in tutti i Tpl di Italia). Il premio precedente non può scadere perché non si possono togliere 300-400 euro dal compenso di un dipendente in modo repentino, dal momento che non è passato il Sì al Referendum.
Dopo la bocciatura del rinnovo dell’accordo integrativo di secondo livello in ATM sottoscritto dall’Azienda solo con tre sigle sindacali Cigl, Uil e Ugl ma non con i fautori del NO (Fit Cisl , Faisa Cisasl e Orsa, “tatticamente escluse” ed assenti perciò anche nel Referendum con l’organico), questi ultimi indubbiamente più sul fronte di lotta reclamano un incontro urgente con i vertici della Partecipata per mantenere il vigente trattamento premiante, indirizzando anche questa richiesta al Sindaco Federico Basile, all’Assessore Salvatore Mondello e a tutti i Consiglieri Comunali. “Il premio di produzione rappresenta una quota irrinunciabile del salario dei lavoratori in gran parte delle aziende di Trasporto Pubblico Locale sul territorio nazionale e non può essere sospeso con data retroattiva” – commentano le sigle che si ribellano a questi criteri gestionali. Adesso, - osservano le stesse rappresentanze sindacali - arriva la fase ritorsiva che prevede l’eliminazione del premio che naturalmente risulta illegittima e su cui noi stessi faremo azioni legali. Non avendo il premio produzione, potrebbe accadere che i lavoratori si tirino i remi in barca, saranno meno presenti negli straordinari mentre noi come organi di tutela dovremmo pianificare una serie di scioperi”.
Si vocifera che l’Azienda stia ragionando sul fatto di riattivare il sistema delle Agenzie Interinali in modo da assumere personale precario che, in caso di sciopero e qualsiasi forma di contestazione, non faccia arrestare il servizio ma sia una sostituzione con questi ultimi reclutamenti, costretti ad andare a lavorare e a rimpiazzare i lavoratori “insorti”. Sta dunque per scoppiare il caso delle Agenzie Interinali… di nuovo, malgrado l’ex sindaco De Luca abbia dato battaglia a questo sistema con il “Salva Messina” affermando sempre che nelle Agenzie di lavoro somministrato si entri per concorso perché queste erano il bancomat della politica e sperpero di risorse pubbliche”. Si sta entrando in una nuova stagione di lotta e l’apice dell’azienda, pare, si stia organizzando per contenere le libertà sindacali.
Tocca all’Azienda di smentire le voci per cui ATM SpA starebbe perorando questo “fantasma del passato a suo tempo archiviato in seno al piano di riequilibrio che durante la sindacatura De Luca ha brillantemente tirato fuori la città dal dissesto anche abolendo, nelle aziende partecipate dal Comune di Messina, l’anomalia delle agenzie interinali”.
Alle sigle sindacali del NO “non risulta un’urgente esigenza di personale tale da costringere ATM SpA a distrarre risorse pubbliche che finirebbero nelle casse private delle agenzie interinali: la riattivazione del lavoro somministrato inserito nell’esercizio sarebbe interpretata come il tentativo aziendale di creare un esercito precario di riserva, teso ad annullare eventuali e legittime azioni di protesta dei dipendenti di ATM”. Queste parti sociali porterebbero il caso all’attenzione della Corte dei Conti.
“Certi che non sia nelle intenzioni dell’Azienda impiegare denaro pubblico per annullare le libertà sindacali e con l’auspicio che ogni risorsa disponibile sarà destinata a garantire l’efficienza del servizio, anche attraverso un opportuno ed equilibrato rinnovo dell’accordo integrativo di secondo livello, si resta in attesa di convocazione per una serena ripresa della trattativa”. A firmare il documento le Segreterie Aziendali Fit Cisl, Faisa Cisal e ORSA con rispettivamente D. Pellegrino, S. Morabito e F. Perre. Al verbale della riunione dello scorso 6 novembre, operativi come sempre Letterio D’Amico e Daniele Pellegrino per Fit Cisl, Mariano Massaro per l’Orsa e Concetto Pirri e Nunzio Morabito.
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