E' ancora tema attualissimo quanto accaduto l'altro giorno, in Parlamento, in occasione del dibattito sulla legge relativa all'Autonomia Differenziata.
Il fatto è grave per il luogo sacro in cui è avvenuto ( la Camera dei Deputati, luogo elettivo per antonomasia), e pe le modalità con cui è avvenuto.
In sintesi : contro il Deputato dei 5 Stelle, Leonardo Donno, che intendeva avvicinarsi al Ministro Calderoli ( Lega) per cingergli le spalle con una bandiera col Tricolore Italiano, a mò di quanto si fa verso l'atleta che vince una medaglia alle Olimpiadi, il Deputato Iezzi ( Lega), ed altri Deputati, di Lega , PD e FDI, si sono scagliati verso di lui, colpendolo con calci e pugni.
Il Presidente della Camera di turno, proprio ieri, applicando il Regolamento d'Aula, ha sanzionato tali incivili e gravi comportamenti, con vari provvedimenti sospensivi, per una dozzina di Deputati, "corissanti", che variano da 15 gg ( Iezzi) a 4 ( Donno).
Peraltro, se, come anticipato da Donno, Egli presenterà querela, non sarà più sufficiente la sanzione interna, irrogata dal Presidente della Camera, agli autori del misfatto, ma i colpevoli potrebbero essere puniti anche ai sensi dell'Art. 581 del Codice Penale, per il reato di percosse, che prevede la reclusione fino a 3 mesi, più una multa di 2000 Euro.
Personalmente, ritengo, che quanto avvenuto nell'emiciclo della Istituzione più importante d'Italia, non possa essere derubricato come semplice rissa, bensì come una escalation violenta di alcuni parlamentari "cazzottari", che hanno scambiato il Parlamento per una delle vie di borgate d'Italia degradate.
E' come se un clima di rabbia, finora repressa, sia esplosa improvvisamente, approfittando della scintilla, creata "maldestramente", da un altro Deputato.
Covava, e cova ancora, a mio parere, una rabbiosa voglia di dare una lezione ai propri contendenti, mal sopportando critiche, seppure dialettiche, della minoranza.
Senza voler ricorrere a scene memorabili della storia di un triste, ed ancor più odioso passato, mi sovvengono però delle immagini che richiamano il clima di un certo mondo, quello "guappo" di certe realtà.
Quello in cui cioè avviene, che in certe borgate emarginate, a prevalere sia la forza delle mani, dei pugni e dei calci.
Vince chi è più forte, chi è più organizzato, chi vive ed è abituato a tale humus sociale.
Peccato che tale episodio occorso alla Camera, non sia avvenuto nel contesto sociale, ancor oggi, purtroppo, esistente, specie nelle Metropoli di Milano, Roma, Napoli, Bari e Palermo, ma nell'Assise più alta della Democrazia e del dialogo pacifico, fra i rappresentanti eletti dal popolo per Legiferare ed agire per il bene del Paese.
Un Parlamentare, quando si insedia, giura che "deve servire con disciplina e onore la Repubblica" ( art 51 Costituzione).
Da più tempo asserisco che molta della classe Politica attuale non è all'altezza del proprio compito, rimpiangendo la prima Repubblica, in cui i Parlamentari eletti, venivano da apposite Scuole di Partito, e avevano fatto la gavetta nelle varie realtà Istituzionali Locali, superando una dura selezione interna, prima che pubblica, attraverso le preferenze, da parte dei cittadini, garantendo così competenza, garbo Istituzionale, conoscenza dell'Amministrare la "Cosa Pubblica".
Oggi invece i Parlamentari li scelgono i Leader dei Partiti, spesso sulla base del solo criterio della fedeltà al Capo, sottraendo ai cittadini il potere di preferire uno piuttosto che un altro, basandosi su criteri molto più seri e selettivi.
Vedere un Parlamento ridotto a rissa da saloon non fa bene al mio cuore, nè a quello dei più giovani, che si attendono invece il buon esempio, nè al bene, e, all' immagine del nostro Paese, da sempre, annoverato, anche a livello Internazionale, a simbolo di democrazia e pluralismo.
E' facile dunque, in tale situazione, concordare con quanto, Ferdinando Camon, illustre Scrittore e Politologo, scrive oggi, sulle pagine di un quotidiano, rifiutando la politica dei "cazzottari".
E' tempo dunque le Istituzioni reagiscano, ed anche i Partiti, espellendo, innanzitutto, dal proprio corpo sociale, chi può vantare nel proprio curriculum , solo esperienze e metodi violenti nel proprio agire.
Gli Italiani, io credo, non vogliono più vedere immagini come quelle viste in questi giorni in Parlamento, come quelle del film " Guapparia", né immaginare di risentire certi richiami, come quelli della omonima canzone, : "scetateve guaglioni e malavita", preferendo piuttosto sentire "Scetateve bravi e seri guaglioni".
Ad maiora semper.
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