Durante la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2024/25, che si è svolta al Teatro Vittorio Emanuele di Messina alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, la rappresentante degli studenti, Chiara Furlan, ha preso la parola, esprimendo con forza il suo impegno verso la comunità accademica.
"Essere qui oggi è per me un immenso onore e al tempo stesso una grande responsabilità", ha dichiarato Furlan, rivolgendosi alla platea. "Desidero ringraziare la Magnifica Rettrice e l’intera governance dell’Ateneo per la fiducia riposta nei miei confronti." La sua breve, ma intensa riflessione ha toccato temi cruciali per la vita universitaria, partendo dalla sua personale visione di futuro.
"Sogno. Pensiero. Libertà. Sono queste le tre parole che, in sintesi, rappresentano la mia storia di vita", ha aggiunto la rappresentante degli studenti. "Ampliando il mio sguardo da una dimensione personale a una collettiva, posso dire che la possibilità di sognare, pensare criticamente e autonomamente, e la libertà di scegliere sono i valori fondanti della nostra Università."
Furlan ha poi voluto porre l’accento sul ruolo centrale che l’Università di Messina ha nel supportare gli studenti, mettendo al centro i loro bisogni e aspirazioni. "Oggi più che mai – ha affermato – siamo chiamati a fermarci, a pensare e a fare attenzione a quelle voci che non possono rimanere nell'ombra. Quella di Lorena Quaranta, nostra collega e compagna di sogni, è una di queste voci."
Un ricordo commosso quello di Furlan per Lorena Quaranta, una studentessa tragicamente scomparsa, che simboleggia le difficoltà che molte donne continuano a vivere. "Lorena – ha detto Furlan – non ha avuto la possibilità di continuare a perseguire i suoi sogni, ma oggi, attraverso il suo ricordo, dobbiamo ribadire che 'non vogliamo più dover parlare delle donne come vittime, ma dobbiamo parlare della loro energia, del loro lavoro e del loro essere protagoniste'." Queste le parole di Mattarella, pronunciate pochi giorni prima, che Furlan ha voluto richiamare con forza.
Il messaggio di Furlan si è concluso con un invito a riflettere sul ruolo dell'Università nel formare non solo menti critiche, ma anche cittadini consapevoli e attivi. "Il fine più alto dell'insegnamento universitario – ha sottolineato – non è solo quello di formare professionalmente, ma anche di trasmettere valori. Una comunità accademica è veramente tale se è in grado di creare un ambiente in cui questi valori vengano vissuti e condivisi da tutti: studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo."
Un discorso che ha lasciato il segno, sottolineando l'importanza di una comunità universitaria che non si limita a formare, ma che contribuisce a costruire un futuro migliore attraverso la memoria, l'impegno civile e la solidarietà.
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