Chi fra i meno giovani non ricorda questo bellissimo film Americano del 1979 vincitore di 5 Oscar?
Storia che colpì molto l'opinione pubblica Americana, e non solo.
Si disse che la vicenda giudiziaria, molto cruda, e, senza esclusioni di colpi, fra coniugi, rappresentò, in quel momento, un segno di "riflusso", che portò negli U.S.A., un ripensamento sui valori familiari di un tempo.
Ma cosa c'entra questo con il secondo titolo di questo commento, Stato contro Stato'
E invece c'entra, sia col "riflusso", che con i "colpi ferali" fra i Poteri dello Stato, per il quale ultimo ci verrebbe da dire . " ci risiamo".
Ci risiamo : le recenti vicende del Governatore della Liguria Toti, dei Ministri Crosetto e Salvini lo dimostrerebbero.
E mentre sui primi due, il dibattito segue l'andamento normale, con una dialettica fisiologica, fra addetti ai lavori, non senza una certa polemica, sull'ultimo, visto l'intervento e le dichiarazioni di oggi, della Premier Meloni, sulla vicenda cioè della Nave Open Arms, con la richiesta della Procura di Palermo, di condanna per l'allora Ministro degli Interni, a una pena di 6 anni di reclusione, per sequestro plurimo di persone e rifiuto di atti d'ufficio, ( violazione del diritto umanitario ), il clima di scontro si è invece fortemente riacceso, senza esclusioni di colpi, come fossero due parti in "guerra".
Da un lato lo Stato, rappresentato dal Ministro (e dal Governo), e, dall'altro, sempre lo Stato, con il P.M. , che rappresenta anch'esso lo Stato, che deve vigilare sull'osservanza delle Leggi, che lo Stato (poteri Legislativo-Esecutivo) stesso, ha emanato.
Tutto ciò lascia nella costernazione i cittadini, che stanno in mezzo, inermi e preoccupati, per la piega negativa, che questo riacceso fuoco, potrebbe nuocere al Paese, già alle prese con i conti della prossima Legge Finanziaria, oltre che da velenosi gossip mediatici e "dossieraggi" vari.
Così in queste ore si rincorrono dichiarazioni poco amichevoli, da un lato la Premier, affermando che "è incredibile che Salvini rischi 6 anni per aver difeso i confini", in virtù del principio del primato del mandato ricevuto dagli elettori (Legislativo7Esecutivo), dall'altro l'Associazione Nazionale Magistrati che denuncia "indebite pressioni sui Magistrati Giudicanti", richiamandosi al principio della "separazione dei Poteri dello Stato" previsto dalla nostra Costituzione.
Se poi a queste si aggiungono le contrapposte dichiarazioni di esponenti della maggioranza di Governo, a difesa del Ministro, e di quelli dell' opposizione, naturalmente di segno favorevole, alla Magistratura Requirente, il quadro diventa fosco e pieno di insidie, a scapito di una equilibrata e serena funzionalità del nostro Sistema Paese.
In realtà lo scontro avviene, ancora una volta, sul tema, più volte emerso, anche in passato, analizzato, e, mai affrontato con decisione, per risolverlo definitivamente, cioè quello se debba essere riconosciuto un primato alla Politica, e uno, invece subordinato, ai Giudici, che dovrebbero limitarsi ad applicare le Leggi emanate dal
Parlamento/ Governo, quindi dalla Politica.
Il fatto è, purtroppo, che sia la Politica, che, in parte, la Magistratura, hanno perso , negli anni, molta credibilità nell'opinione pubblica, ed ogni possibile riforma immaginata, per migliorare e riformare il Sistema, si infrange contro le dispute accese, e, le numerose polemiche, fra i rispettivi Poteri.
La Politica, accusata di essere garantista a senso unico, specie per la propria classe dirigente, la Magistratura per la troppa politicizzazione dei suoi membri, con tanto di correnti interne, quasi come nei Partiti.
Stante questa situazione sarà difficile, anche per un Liberale, come il Ministro Nordio, portare a compimento la Riforma della Giustizia, che vede nel suo acme la separazione delle carriere dei P.M. da quelle dei Magistrati giudicanti, e, la modifica del funzionamento del Consiglio Superiore della Magistratura, attuale Organo di autogoverno dei Giudici.
Sul versante della Politica, certo non depongono, a suo favore, i vari scandali che puntualmente si succedono fra loro, né la insufficiente statura della propria classe dirigente, che, in parte, spiega la disaffezione al voto, del 50% ormai degli elettori.
Così come sulla Magistratura pesano le lotte interne , e, gli altrettanti scandali
( Palamara docet ), che l'hanno attraversata in questi anni, minandone fortemente la credibilità di un tempo.
Personalmente aborro questa continua lotta fra i nostri Organi Istituzionali.
Così come, non credo, ad esempio, sia positivo ed educativo, specie per i giovani, continuare a dipingere, generalizzando, colpendo nel mucchio, la Politica, e i suoi protagonisti, come malfattori e corrotti.
Al contrario, io credo nella nobile arte della Politica, nell'impegno civile, molto spesso interpretata da persone rette e volonterose, che si prendono l'onere e la responsabilità di Governare le Istituzioni centrali, i nostri Municipi, Province e Regioni, mettendoci la faccia, e, sacrificando spesso i propri affetti familiari.
Continuare a parlare di cattiva politica, anche sui media, o sui social, aumenta solo il disprezzo e l'odio sociale, senza peraltro contribuire, col proprio mettersi in gioco, a rinnovare quindi l'attuale classe Politica.
Così, infine, non approvo il continuo, a volte strumentale, gioco al massacro fra i Poteri dello Stato, che alimenta, piuttosto, disegni e strategie reazionarie, che indeboliscono le nostre Istituzioni e i loro rappresentanti.
Preferibile sarebbe una apertura al dialogo fra le diverse opinioni sui modelli di funzionamento della Politica, e, della Giustizia, insieme agli operatori Politici, e studiosi del diritto.
Non si fanno le riforme se sono immaginate solo contro qualcuno.
Allo stesso tempo, le Associazioni di Categoria dei Magistrati, non si pongano solo a difesa di propri privilegi, prerogative e guarentigie, ma si pongano in termini costruttivi, sapendo che oggi, anche la Giustizia, così com'è, funziona poco e male.
Certo i buoni propositi non bastano .
Occorre che una figura di prestigio, come quella del Presidente della Repubblica, sopra le parti, aiuti questo percorso virtuoso, attraverso la propria moral suasion.
Anche un ruolo più interventista della Presidenza della Repubblica, anche nella sua veste di Presidente del C.S.M. (e del Presidente della Corte Costituzionale?), oggi potrebbero essere funzionali a questo alto obiettivo.
D'altronde è proprio in momenti di crisi del Sistema che serve usare "i Garanti" della Costituzione", mettendo in campo, la saggezza e l'apporto delle energie migliori del Paese, magari anticipando il tema del Premierato, strumento, forse utile, a riportare l'unità nel Paese, che, oggi, io credo, ne avverta la necessità e l'urgenza.
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