Fino a dicembre 2024 sarà l'Italia a presiedere il G7, l'Organismo che riunisce i sette Paesi più industrializzati del Mondo ( Italia- Canada- USA- Giappone- Francia- Inghilterra. Germania), per discutere di economia, clima e sicurezza.
Sarà allora per questo che ieri, a sorpresa, discutendo fra loro di sicurezza, l'Italia è entrata in guerra nell'attuale conflitto in Mar Rosso?
Probabilmente si, anche se le coincidenze in politica son cose assai rare.
Purtuttavia è una decisione che a me, e spero anche ad altri, appare assai grave, poiché diversa da tutte le precedenti volte.
Certo l'Italia, in questo campo, si è già schierata, come nel caso dell'invasione Russa contro l'Ucraina, a favore del popolo Ucraino, o come nella Guerra in Afghanistan ( 20 anni fa) o nei conflitti dei Paesi appartenenti all'ex Jugoslavia, ma definendole sempre " Missioni di Pace", ( peacekeeping), offrendo aiuti difensivi e direttamente strutture logistiche, strumenti bellici di difesa, aiuti alimentari etc....
Inoltre, in questi casi l'Italia difendeva, e difende, come nel caso dell'Ucraina, l'esistenza di un Popolo, la sua autonomia ed indipendenza, contro ogni dittatura, dopo la decisione dell'Organismo Internazionale a ciò preposto, (ONU), in sintonia dunque all'Art. 10 Costituzionale, conformandosi agli obblighi Internazionali ed ai Trattati a suo tempo firmati dall'Italia, e senza quasi mai posizionarsi nell'area del conflitto in essere.
Nel caso invece della crisi attuale in Mar Rosso, scaturita dagli attacchi terroristici di Hammas contro Israele, e in seguito dall'allargamento del conflitto, dai terroristi Yemeniti degli Houthi contro Israele e contro le navi in Mar Rosso, " difende la libertà di transito delle navi commerciali nel Canale di Suez", opponendo il nostro sistema difensivo navale posizionato proprio nell'area di guerra.
Sono le stesse dichiarazioni della nostra Premier a specificarlo, con la frase sopra virgolettata, nella conferenza stampa di ieri in Giappone, ove appunto ha annunciato il Comando dell'Italia dell'Operazione Aspides, dichiarata dalla U.E.
Quindi, probabilmente, il cacciatorpediniere Caio Duilio della nostra Marina Militare e un Ammiraglio e soldati Italiani saranno posizionati sul fronte di guerra nel Canale di Suez.
Nette le parole del Ministro Tajani : " é interesse dell'Italia difendere le navi mercantili, ( 40% del traffico marittimo commerciale passa da lì) , sarà una missione difensiva ma non attaccheremo gli Houti nello Yemen".
E ci mancherebbe pure (dico io).
Non fosse altro perché l'Art. 11 della Costituzione Italiana afferma chiaramente il ripudio della guerra come strumento di offesa, e come mezzo di risoluzione dei conflitti Internazionali.
Quanto annunciato oltretutto va riportato in Parlamento, unica sede autorizzata a decisioni così gravi per il nostro Paese, anche per le ricadute economiche che inevitabilmente si produrranno a seguito dell'intervento annunciato, oltre che sul piano morale, sociale e politico, secondo quanto afferma l'Art. 87 della nostra Costituzione.
Sono dunque sorpreso ed anche preoccupato della escalation che sta assumendo la linea politica di questo Governo.
In particolare è la posizione di Forza Italia che lascerà senz'altro deluso il proprio elettorato certamente non favorevole ad una svolta così decisionista ed interventista in tema di politiche per la difesa e la sicurezza del nostro Paese.
Gli Italiani, peraltro, secondo un recentissimo sondaggio in materia, si son dichiarati contrari per il 55% in tema di intervento militare nei conflitti in essere.
Per questo motivo ritengo sia necessario una giusta ed approfondita riflessione su questi temi :
un fatto è aiutare un Popolo alla sua autodeterminazione e libertà, un altro è inviare navi, uomini e armamenti per difendere aspetti di libertà commerciali, importanti, certo, ma non al punto da rischiare una palese violazione dell'Art. 11 della Costituzione contravvenendo ai principi di una Italia Democratica e contro ogni guerra e offesa in armi contro altri Popoli.
Sebastiano Arcoraci
6 Febbraio 2024
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