I numeri son numeri e quindi discettare sul come e perché il Bilancio di esercizio 2020 della Fiera è negativo per il secondo anno consecutivo con
- 7, 25 milioni di euro , è per me sport poco appassionante.
Mi piace di più cercare per il futuro soluzioni adeguate perché qualora tali perdite si protraggano fino al 2025 determinerebbe il rischio di un controllo delle Autorità preposte (Tribunale) sulle attività di Padova Hall S.P.A. ( così si chiama adesso), visto quanto recita la nuova norma ( più accomodante) contenuta nella legge 30/12/2020 n. 178 - Art. 1 co. 268.
Da tempo mi preoccupa il destino dell' Ente Fieristico di Padova , tanto che tempo fa , insieme ad un Consigliere Comunale di Padova, proposi alla Regione , in un incontro con l'Assessore competente Marcato, padovano, di promuovere un unico Polo Fieristico Regionale per meglio far fronte alla obiettiva difficoltà, per una singola Fiera , di stare sul mercato solo con le proprie gambe.
Infatti , a parte Verona Fiere e Milano , tutte le altre in Italia sono in debito
d' ossigeno. Già nella mia ultima esperienza in Fiera Immobilare avevo espresso tali perplessità , arrivando persino a dimettermi da membro del C.D.A., per porre alla attenzione delle Istituzioni e delle forze politiche e sociali un problema che ritenevo e ritengo nevralgico per la crescita della ns Città, sia economica che strategica
Purtuttavia nn fui ascoltato .
Oggi dispiace verificare che alcune questioni poste da me in quella occasione erano fondate, basti rileggersi la rassegna stampa di quel periodo.
Ora , preso atto che il nuovo Direttore Luca Veronesi, appare cogliere i segnali per una nuova politica fieristica, rinnovando l' offerta con eventi di nicchia ed ad alto valore aggiunto , linea da me propugnata da sempre, e fermo restando la buona intuizione di far svolgere alla Società, anche attività immobiliare , vedi intesa con Università di Padova, per un hub dell' innovazione ospitando la sede di una sua prestigiosa facoltà, e dunque assicurando al bilancio una certa solidità, la scelta di rendere a gestione pubblica un Ente che per antonomasia è vocato ad attività eminentemente economica privatistica, agendo liberamente sul mercato in concorrenza con gli altri competitors, a mio avviso è nettamente da rivedere.
Se alcuni anni fa la scelta ha avuto il merito di salvaguardare anche le posizioni lavorative e le maestranze dell' Ente rassicurando nel contempo il mercato , oggi ritengo ancor più impellente che vada ridisegnato completamente il suo futuro.
Futuro che a mio parere non può che essere legato alle altre realtà del Veneto , consolidando il gruppo delle nostre Fiere e tutelando i loro bilanci.
Così l' idea di mettere insieme Verona , Vicenza , Padova , magari acquisendo le piccole ma importanti realtà del territorio di Rovigo e Belluno è con tutta probabilità la soluzione ideale.
Ciò consentirebbe anche di rappresentare un territorio omogeneo , il Veneto, che tante varie soluzioni può presentare rispetto alla " Offerta Fieristica.
Vinitaly - Fiera Cavalli ( Vr) ;
Vicenza Oro, (Vi) ;
Auto e Moto d' Epoca - Flormart- , oltre a quelle più innovative e di nicchia come CytiVision nel digitale ( Pd) ;
Salone Nautico (Ve)
Expo E Pop ( Ro)
Fiera del gelato ( Bl),
son certo che potrebbero assicurare un futuro longevo e prospero a quello che diventerebbe un vero e proprio "Sistema Fieristico del Veneto".
Sperare invece che il Nuovo Centro Congressi possa sollevare le sorti della ns Fiera è nn solo irrealistico ma anche demagogico.
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