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Le Università siano luogo di dialogo fra culture e non di esclusione

E' di ieri la decisione presa presso un Dipartimento dell'Università di Siena, dall'Assemblea del Comitato Palestina di chiedere alle 2 Università Senesi di interrompere qualsiasi accordo accademico con le Università Israeliane.

Non è questa certo l'unica protesta che si è levata, sia fra gli studenti Liceali che Universitari, in questi mesi di conflitto Arabo- Israeliano, contro Israele, ma di certo questa rappresenta un salto nello scontro Politico, che si svolge in Italia, fra le due diverse opinioni, sulla vicenda drammatica che sta sconvolgendo quell'area geo politica del Mediterraneo.

Quel che sta accadendo è infatti una progressiva escalation dei Movimenti, che anche in Italia vedono il nemico ed il cattivo nella sola Israele, dimenticando che i fatti raccontano di un feroce attacco terroristico, il 7 Ottobre scorso, con 1200 vittime e 240 ostaggi, ad opera di Hamas, contro Israele.

Quel che però sbalordisce è che le richieste di questo tipo vengano da un mondo che nelle Società moderne e democratiche rappresentano i saperi, il confronto fra culture diverse.

Le Università nascono nel mondo proprio per assolvere a questo compito.

L'Italia ne è l'emblema con la nascita dell'Università di Bologna e di Padova che insieme rappresentano ancora oggi un baluardo contro la barbarie , una bandiera per la Libertà, per tutte le Libertà, Civili, Sociali e Politiche.

Anche l'Università di Siena, con i suoi otto secoli di storia, e la successiva nascita, della sua gemella, nei primi decenni del novecento, dell'Università per Stranieri di Siena, ha rappresentato, in questi secoli, tali valori.

Ed è dunque assolutamente inaccettabile che proprio da questi mondi nasca il diktat dei giorni scorsi di questo Comitato Palestina.

Persino lo storico dell'Arte, Tommaso Montanari, Rettore dell'Università per stranieri di Siena, ha preso le distanze da questa assurda tesi.

E il Montanari non è certo uomo di cultura che si possa annoverare fra i conservatori o esponente dell'area Politica Conservatrice Italiana, anzi!

Non sono rare, ad esempio, le sue ospitate nei media in cui si pone fiero oppositore di questo Governo e, a dire il vero anche di altri precedenti.

Personalmente non condivido spesso le sue posizioni polemiche e partigiane, spesso esternate con atteggiamento di superiorità culturale tipica di una "certa sinistra".

Purtuttavia ho apprezzato, che in questo frangente, si è giustamente dissociato da queste posizioni estremiste e di scontro fra culture, come quelle rappresentate diversamente dal mondo arabo e quello Israeliano, da cui purtroppo da molto, troppo tempo sono nati i conflitti armati, come quello odierno.

Così come ho apprezzato, insieme a tanti Italiani, le posizioni che in analoghi precedenti storici, e in simili frangenti hanno assunto uomini di sport come i quattro campioni, che quel 19 Dicembre 1976, grazie alla Federazione Italiana Tennis ( e poi il CONI ) e, a alcuni uomini di cultura e esponenti Politici ( Craxi e Berlinguer), mentre i più si pronunciarono per il boicottaggio ( Andreotti e Pajetta) che con coraggio decisero di disputare, e vincere, la Coppa Davis, in quel Cile guidato dal dittatore Pinochet.

Decisione giusta perché lo Sport, come la cultura, deve facilitare il dialogo fra i popoli e non le guerre, e deve essere testimonianza forte contro ogni forma di dittatura.

Testimonianza che si tinse di una maglietta rossa scarlatta, indossata nel doppio, da Adriano Panatta che quella volta ebbe il coraggio di sfidare apertamente Pinochet e i suoi generali.

Azione che meritoriamente si ripeté, da parte di molte squadre, ai Mondiali di Calcio, il 24 Marzo del 1978, in quell'Argentina guidata dalla giunta militare del Generale Jorge Vileda, che aveva sostituito con un Golpe Isabelita Peron.

Quel che intendo dire è insomma che l'Università e i suoi Professori, insieme ai propri Studenti, come nello Sport, mai dovrebbero schierarsi a favore delle divisioni e dei conflitti, anzi devono essere fucina di idee e proposte di dialogo e pace fra ogni Popolo, fra tutti i Popoli, issando la bandiera della convivenza pacifica e del desiderio di libertà e autodeterminazione di ogni Nazione.

Auguri di una Pasqua di Rinascita e di Pace per tutti gli uomini.

sebastiano arcoraci

30 Marzo 2024












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