Quest’anno è il trentennale della strage di Capaci, l’ attentato di stampo terroristico - mafioso compiuto da Cosa Nostra il 23 maggio 1992 nei pressi di Capaci sulla autostrada A29 Palermo-Mazara del Vallo quando tra i feriti ci furono cinque i morti tra cui il giudice antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta Antonio Montinari, Rocco Di Cillo e Vito Schisano.
Nella giornata odierna il Questore Capoluongo, accompagnato dal Portavoce della Questura, ha consegnato all’Arcivescovo di Messina, Mons. Giovanni Accolla, e al Vescovo della Diocesi di Patti, Mons. Guglielmo Giombanco, l’olio prodotto dagli ulivi del Giardino della Memoria, che sorge nel luogo dove trent’anni fa avvenne la strage di Capaci.
Per chi non lo sapesse nel Giardino della Memoria, curato dall’Associazione “Quarto Savona 15” (sigla radio dell’auto di scorta), sono stati piantati diversi ulivi, ciascuno dedicato ad una persona delle Istituzioni caduta per mano della mafia.
L’olio donato stamani, verrà così consacrato nella Santa Messa Crismale del Giovedì Santo per essere utilizzato, successivamente, come olio santo dalla Chiesa, nell’anno liturgico in corso, corrispondente al trentennale delle stragi. Il Questore, nel ringraziare i Vescovi, ha sottolineato l’alto valore simbolico dell’iniziativa, ideata dalla Questura di Palermo e sostenuta dalla Conferenza Episcopale della Sicilia, con l’importatnte finalità di mai dimenticare.
Restando in tema di mafia e del “non dimenticare”, una parentesi va posta al fatto che si avvicina la data della XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, in programma tra qualche giorno a Napoli quando, il giorno dopo al raccoglimento dei familiari delle vittime e la veglia interreligiosa di preghiera prevista il 20 marzo, il lunedì 21 marzo, giorno seguente, si avrà la lettura dei nomi delle vittime in piazza e i momenti di approfondimento. È importante quanto ampiamente diffuso sullo slogan di quest’anno che, vedrà simultaneamente a Napoli, la giornata essere celebrata anche in centinaia di altri luoghi in Italia, Europa, Africa e America Latina. Lo slogan che è: “Terra mia. Coltura/Cultura”, vuole unire due dimensioni dalle quali ripartire: la prima è prendersi cura della propria comunità locale e reinterpretare l’essere cittadini del mondo a partire dall’attenzione al contesto di appartenenza. La seconda è “la coltura nella terra e anche nelle coscienze”. Quindi non solo attenzione all’ambiente e ai rischi che corre, ma anche rivedere i rapporti di forza e centralità, ripensare le forme e i modi sociali.
Comments