Quindici milioni di euro sono la cifra che l’Ospedale Papardo dovrebbe saldare entro la fine dell’anno per i suoi debiti strutturali, naturalmente pregressi, come Piano di Rientro, dettato dal Governo Regionale, secondo dei rumors che ci hanno “scampanellato” proprio per dare un senso logico alla determinazione repentina di chiudere la zona dedicata ai ricoveri nell’Unità di Oncologia, applicata dal Management aziendale. Abbiamo intervistato ieri il Direttore Sanitario Paolo Cardia mentre il Gotha degli Ospedali cittadini, con tutti i capi dipartimento delle varie Unità, era a Palermo per recepire probabili freni economici e dovrà ritornarci il 15 ottobre per definire la Rete Ospedaliera territoriale: “Abbiamo sospeso l’utilizzo di tre posti letto nell’Oncologia per evitare un dispendio di risorse – chiarisce il funzionario -. Non c’è da girarci intorno ma da spiegare il perché. Quando siamo arrivati un mese fa, ho trovato un’Oncologia con tre alternative di degenza, per quanto a livello internazionale si tenda a prediligere il servizio ambulatoriale e Day Hospital. Riguardo alla degenza in casi emergenziali, gli utenti possono appoggiarsi e confidare sulle branche specialistiche con un medico oncologo di supporto, ad esempio in Ematologia o Medicina interna o Chirurgia, in base alla patologia se questi dovessero accusare dei problemi di ordine terapeutico, vista la chemio. La chiusura dell’ospedalizzazione oncologica è una fase transitoria ed apriremo entro l’anno: la scelta del male peggiore per tamponare con altre unità operative. Abbiamo preferito la possibilità di prime visite oncologiche che già slittavano a maggio 2025, riprendendo quelle arretrate.
Con questo tipo di operazione, si previene anche il concetto di ricovero e viene compensato l'eventuale gap. Si svolgeranno 15 visite settimanali che equivalgono a 60 pazienti al mese che anticipiamo in attività istituzionale e non con il Progetto Abbattimento lista. In questo modo, non c'è incremento dei pazienti oncologici ma si manterranno gli standard di qualità fissati, con il numero di personale adeguato all’assistenza”. Oggi, è possibile prevedere che le prime visite oncologiche possano essere garantite in tempi brevi, piuttosto che dilatate, con ripercussioni inaudite per pazienti cosi fragili, usufruendo di quei dipendenti che erano dirottati degenza. Sotto questa ottica, l’Amministrazione aziendale sta rispettando le ultime prescrizioni assessoriali ed è altrettanto essenziale precisare che molti reparti restano sotto organico in base alla pianta organica regionale: la stessa Oncologia dovrebbe detenere 16 posti letto e 9 medici + 1 primario e invece si modella con una degenza in stand by e pochi specialisti che si contano sulla mano, senza aver fatto il turn over dei dirigenti in pensione provenienti dall'Univerisità di Messina.
In effetti, scavando più a fondo, al di là della formula rumors, l’ammontare di denaro dovuto dall’Azienda, se è per questo, è anche più corposo e si aggira sui 55 milioni di euro e dovrà essere “spalmato” dal direttore Manzi, un traguardo “angosciante” che è stato dichiarato durante una riunione della dirigenza ospedaliera, davanti ad una platea di sindacalisti medici e di comparto, convocati in data 12 settembre per il successivo 18 settembre. Dopo un incontro all’assessorato regionale alla Sanità, la Direttrice Generale Caterina Di Blasi, alla presenza dei suoi Direttori Amministrativo Vincenzo Manzi e Sanitario Paolo Cardia, ha stabilito di condividere la notizia con le Organizzazioni di Tutela, più che altro per fornire linee guida di “Spending Review” e per essere sostenuta.
A segnalarci lo stupore e su dove sia necessario accantonare i fondi (tipo azzerando i ricoveri in oncologia) è stato il Segretario regionale di CoAS Medici Dirigenti Mario Macrì. “Inappropriato riferire in quella sede a chi possa essere attribuita una responsabilità - evidenzia Macrì da testimone vigile e legittimato –. Ricordiamoci che il nosocomio è un’Azienda e in quanto tale avrà dei tasti suonare, dove la disparità tra le entrate e le uscite non sempre coincidono o sono in favore delle entrate”. Il punto è che bisogna raggiungere l’obiettivo quantificato dalla Regione in 14milioni e 690mila euro, pari a circa un terzo del totale e da smaltire entro dicembre. Impresa impossibile e sicuramente legata ad un esercizio di rapidità da parte dei vertici ospedalieri.
Ancora il Direttore Sanitario sciorina gli sviluppi della loro condotta: “Stiamo anche predisponendo per un Concorso di Primario e il reclutamento di tre Dirigenti Medici ospedalieri, attingendo alla graduatoria Asp nell'arco di un mese. L’espletamento del concorso di primario è più lungo e necessita la selezione di uno regionale e due extra regionale. Su questi, si valuta la disponibilità per dare preavviso in tre giorni ad altri impieghi. Si tratta di rimodulare ulteriori attività, com’è capitato con Chirurgia Vascolare e Plastica. La prima ha beneficiato della riallocazione delle sue postazioni all'interno della Uosd in Chirurgia Plastica. La flessione dei posti letto da 10 a 8 per l'U.O.S.D. di Chirurgia Plastica è stata invece manovrata sulla scorta di una ponderazione della corrispondente produttività, come offerta sanitaria e costi sostenibili”.
A rivelarci l'oggetto delle restrizioni regionali per bocca della General Manager a metà settembre è stato il Segretario Regionale Macrì: “Da oggi in poi, stop alle assunzioni di personale (tranne per la formazione) ed accorpamento di reparti laddove sia possiblie. La direzione, dice, attuerà tutto ciò che è nelle proprie capacità ed esperienza per uscire dalla situazione di baratro. Non si possono quindi più fare acquisti di tecnologie e farmaci innovativi, costosissimi e sotto brevetto perché sarebbero sempre a spese dell’ospedale. Altra panacea è ridurre sulla spesa farmaceutica: nell’ambito di Oncologia, c’è troppa disuguaglianza tra uscite ed introiti sulle terapie, in più si può risparmiare dai 500 ai 1000 euro medi di ricovero al giorno, (come curiosità, per avvalorare il peso degli oneri, in Rianimazione si spendono 2mila e 2500 euro al giorno a paziente), consigliando di indirizzarsi sui farmaci generici ad un costo minore rispetto alle medicine brandizzate”.
Capiamo il terreno minato e controverso nel dover razionalizzare lo stesso servizio sanitario e nel migliorare gli appuntamenti di prestazione clinica, a favore della domanda. I ricoveri sospesi ad Oncologia sono stati disposti con le logiche riorganizzative dell'intera attività assistenziale di riferimento. In realtà, altre Città Metropolitane come Palermo e Catania, malgrado la crescente domanda, pare che non abbiano accumulato la stessa mole di debiti strutturali. E’ quanto commentato dalla stessa direttrice Di Blasi sempre nel summit sindacale e a riportarci questo passaggio ancora il Responsabile di CoAS Medici Dirigenti. Vediamo quali altri “cenni inibitori” verranno lanciati dal Governo e assessorato regionale e se il debito odierno, con un primo step fine dicembre, potrà essere dilazionato in un periodo più dignitoso (senza un regime di "privazioni al cardiopalma" di 5 milioni al mese).
Comments