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Palermo, ARS, ambulanze senza medico a bordo e pronto soccorso sguarniti

nuova interrogazione dell’on. Laccoto


Dal silenzio della politica, emergono due di quelli che sono i problemi del messinese sul sistema di emergenza e pronto intervento che, non solo sono ben conosciuti, ma non sono stati ancora risolti dalla regione Sicilia.

A riapprofondire l’argomento l’on. Giuseppe Laccoto che ha annunciato una nuova interrogazione finalizzata a risolvere le criticità delle insufficienze organiche nei presidi sanitari dei Nebrodi e sulle ambulanze.


Prima di ora, le gravi carenze di organico oltre che di altri interventi di altra deputazione, sono state oggetto all’Ars dallo stesso onorevole di un’interrogazione nel lontano ottobre 2021, ed ora lo stesso fa presente che non è possibile sottacere i gravissimi disagi che subiscono i pazienti anche durante le emergenze.


Ad essere tirati fuori nell’annunciata interrogazione, da un lato il problema delle ambulanze del 118 senza medici soccorritori a bordo e dall’altro, le lunghe attese ai pronto soccorso a causa di notevoli carenze di organico


La particolare conformazione geografica della Provincia di Messina con molti centri montani piuttosto lontani dagli ospedali dovrebbe indurre a provvedimenti urgenti per garantire soccorsi efficienti. Sono troppe le ambulanze senza medico a bordo ed è ormai evidente a tutti che bisogna studiare rimedi, anche sotto forma di incentivi economici, per garantire la presenza di soccorritori.” Scrive nella nota stampa Laccoto


Il problema, come abbiamo evidenziato in passato, riguarda anche i pronto soccorso degli ospedali di Patti, Milazzo, Barcellona Pozzo di Gotto e Sant’Agata Militello dove si registrano gravi carenze di organico. Molto spesso – prosegue Laccoto - c’è un solo medico di turno e i pazienti che attendono anche fino a 8 ore, dopo la diagnosi, rischiano di essere dirottati in altri presidi a causa della carenza di posti o per la mancata funzionalità dei reparti. E’ una situazione insostenibile, che mortifica l’intero territorio tirrenico e nebroideo a discapito dei pazienti e in generale della tutela del diritto alla salute”.

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