Tra gli esponenti siciliani della Cna Nazionale, onorati dall'incontro intenso con Papa Bergoglio, anche il messinese che presiede la Cna Editoria sia in sede nazionale che nella propria provincia, Di Nicolò, attento alla sensibilizzazione e promozione del comparto libri e cultura all'interno di festival e manifestazioni.
“Un’emozione incredibile è stata rappresentare la Cna Editoria come presidente nazionale e di Messina all’udienza assembleare con Papa Francesco”. Questo il commento di Costantino Di Nicolò che ricopre da tempo per competenza ed esperienza questa funzione sia a livello della compagine confederale italiana che della sua città d’origine, all’incontro in Vaticano con il sommo pontefice Bergoglio avvenuto lo scorso 15 novembre.
“Vorrei elogiare il vostro lavoro anche perché abbellisce il mondo”. Queste le parole di Papa Francesco rinvolgendosi alla folta delegazione della CNA, guidata dal Presidente Dario Costantini e dal Segretario Generale Otello Gregorini che hanno donato al Pontefice un calice creato da un artigiano e un dipinto realizzato da una dipendente della CNA, a nome di tutti i dipendenti.
”In un tempo dominato da guerre e da violenze, che sembrano farci perdere la fiducia nelle capacità dell’essere umano, lo sguardo alle vostre attività ci consola e ci dà speranza. Abbellire il mondo è costruire pace”, ha sottolineato il Pontefice, aggiungendo: “Mi ha detto un economista che gli investimenti che danno più reddito oggi, in Italia, sono le fabbriche delle armi. Questo non abbellisce il mondo, è brutto. Se tu vuoi guadagnare di più devi investire per uccidere. Pensiamo a questo. Non dimenticate – lo ripeto -: abbellire il mondo è costruire pace”.
L’Enciclica Fratelli tutti, ha proseguito, “ha definito i costruttori di pace come artigiani capaci di avviare processi di ripresa e di incontro con ingegno e audacia. Lo stesso ingegno e la stessa audacia che voi usate per realizzare le tante opere destinate ad arricchire il mondo“.
Secondo papa Bergoglio, “Dio chiama tutti gli uomini e le donne a lavorare in modo artigianale al suo grande progetto di pace. Per questo Egli distribuisce in abbondanza i suoi talenti, perché siano messi al servizio della vita e non sotterrati nella sterilità della morte e della distruzione, come fanno le guerre, fomentate dal nemico di Dio”.
Francesco ha detto anche che l’artigianato gli è “molto caro perché esprime bene il valore del lavoro umano”. “Quando creiamo con le nostre mani, nello stesso tempo attiviamo la testa e i piedi – ha osservato – il fare è sempre frutto di un pensiero e di un movimento verso gli altri”. Inoltre, “l’artigianato è un elogio alla creatività; infatti, l’artigiano deve saper scorgere nella materia inerte una forma particolare che altri non sanno riconoscere”. E questo “vi rende collaboratori dell’opera creatrice di Dio. Abbiamo bisogno del vostro talento per ridare senso all’attività umana e per metterla al servizio di progetti di promozione del bene comune”.
Per il Papa, “se nella vita si vuole crescere, occorre abbandonare la paura e avere fiducia”. “A volte, specialmente quando aumentano le difficoltà, siamo tentati di pensare che il Signore sia un arbitro o un controllore implacabile più che Colui che ci incoraggia a prendere in mano la vita”, ha evidenziato: “Ma il Vangelo ci chiama sempre ad avere uno sguardo di fede; a non pensare che ciò che realizziamo sia frutto solo delle nostre capacità o dei nostri meriti”. “Anche voi – ha concluso -, se vi appassionate al vostro lavoro, e se qualche volta giustamente vi lamentate perché non è adeguatamente riconosciuto, è perché siete consapevoli del valore di ciò che Dio ha posto nelle vostre mani, non solo per voi ma per tutti“.
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