Era il 1860, a Calatafimi, e durante la cruenta battaglia coi Borbonici, Giuseppe Garibaldi disse, in un momento di difficoltà della battaglia in corso, a Nino Bixio,
"qui si fa l'Italia o si muore".
Garibaldi dimostrò in quel caso tutta la sua determinazione e coraggio, sfidando i nemici, anche a costo della propria vita, perché Lui, in ogni caso, avrebbe "fatto l'Italia".
Infatti, finalmente, da lì a poco, il Popolo d 'Italia si sarebbe unito, sotto un'unica bandiera e un unico inno.
Era il 17 Marzo del 1861 e "tutti fratelli" fu il nuovo motto degli Italiani.
Che storia la nostra!
Eppure, povero Garibaldi, e Mazzini, l'Italia, allora, non s fece davvero, purtroppo!
L'Italia era divisa allora ed è divisa anche ora.
L'Italia non è un Paese maturo, anzi forse non lo è mai stato.
Forse quell'unità d'Italia fu solo sulla carta, troppo anticipata, poco maturata nella coscienza delle Genti Italiche, ancora di fatto divisa in Sudista e Nordista ( come oggi peraltro).
Una Italia a due velocità, a due realtà, due storie diverse totalmente, anche sul piano Politico.
A noi, ancora oggi, forse, manca il senso di Patria, di Nazione, quello che i Francesi orgogliosamente sventolano a ogni piè sospinto : la "Grandeur de France".
E' solo così che si può spiegare, con un azzardo "storico", infatti, la situazione attuale di scontro fra Istituzioni in Italia.
Perché esser giunti a denunce presso la Corte dei Conti, da parte di alcune Forze Politiche, per danno erariale nei confronti del Governo sulla realizzazione dell'Hot Spot in Albania, o bocciare ogni provvedimento del Governo, specie in tema di Riforme sulla Giustizia, o sulla immigrazione, da parte di "una certa Magistratura militante", continuare a screditare, anche all'Estero, da parte della Opposizione Politica, le maggioranze di Governo, che di volta in volta, si alternano alla guida del Paese, ( su mandato degli elettori), è la prova provata che siamo ancora "immaturi" democraticamente.
Così accade che. mentre molta parte d'Europa, e del Mondo, guarda all'Italia come un Paese importante, forte, aperto, liberale, democratico, fra le 7 Potenze economiche Mondiali, riconoscendogli, anche in tema di Politiche migratorie, una certa capacità gestionale del fenomeno, e portatori di buone idee per cercare di risolvere questo problema delicato e complesso, in Italia si scatena una vera canea, una continua rissa, al grido di " a morte ( politica) i nemici",
abbasso il Governo, "Ministro dimettiti", e via di questo passo.
Intendiamoci, specie nella cosiddetta seconda Repubblica, questo è accaduto ancora, in altri momenti, in altre situazioni, con altri Governi, con altre Maggioranze, a parte , il periodo del lokdown causa Covid, gestiti prima dai Governi Conte e poi dal Governo Draghi.
Basta guardare ai Governi più recenti :
Conte 1 Giallo -Verde;
Conte 2 Giallo-Rossissimo; ( più Renzi, solo per un periodo- più Liberi e Uguali);
Draghi Giallo- Verde - Rosso ( e F.I. e Renzi).
Ebbene anche questi Governi, per restare alle Riforme della Giustizia, o Istituzionali, in senso liberale, non sono riusciti a realizzarle, per le forti contrapposizioni, fra le varie forze Politiche avverse, pronti ad andare di coltello, verso i propri avversari, facendo cadere, via via, i vari Governi come fossero birilli.
Così anche sul "sentiment Europeista" non vi è mai stato alcun afflato unitario, Nazionale, da parte dei vari schieramenti Politici Italiani, dividendosi spesso fra Sovranisti ed Europeisti, con alcune sagge retromarce Politiche, in vista di un ricco carnet per l'Italia proveniente dai fondi del PNRR, come avvenuto per 5 Stelle e Fratelli d'Italia.
Situazione ben diversa, ad esempio, da quella espressa dai Governi di Francia e Germania, che, quando devono difendere i propri interessi Nazionali, si pongono all'esterno con una unica voce, sia in tema di scelte di Politiche Internazionali, sui vari scenari di guerra, che, in termini di difesa degli interessi Nazionali, come per la Germania, che per la Politica Migratoria, optò per una vasta accoglienza di migranti
( attualmente è il Paese che accoglie di più), permettendosi anche il lusso di scegliere la corsia preferenziale alle popolazioni Siriane, o, come di di recente, sta facendo nel richiedere "unitariamente come Paese, ", all'Europa, una proroga dei termini di presentazione del P.S.B. ( piano strutturale di bilancio), vista l'attuale sua situazione di recessione economica, per tentare di "aggiustare" i propri conti e il Bilancio.
Allora, il punto è forse, ricreare quell'humus Risorgimentale nel Paese, elemento di coesione e d'insieme, con una visione Unitaria di Paese, pronto a difenderne orgogliosamente l'identità e l'appartenenza ad una grande Nazione.
In Tal senso non aiuta affatto la Politica da stadio, né le grida da tifosi, verso l'una o l'altra fazione, né affilare le armi come fra Guelfi e Ghibellini, come accadde nel Basso Medioevo, ( 1273- 1276 ), in Toscana, dove una ipotetica vittoria degli uni o degli altri, questa volta non porterebbe alcuna novità positiva per il Paese, che anzi, sul piano dei diritti e degli equilibri Istituzionale retrocederebbe, a livello Europeo, fra i Paesi a influenza zero.
Lo scontro Istituzionale in atto, va insomma, superato, e in tempi brevi.
Ne va' non solo della nostra credibilità sul piano Internazionale, ma anche della credibilità delle nostre Istituzioni, agli occhi dei nostri cittadini, già molto delusi, e, disillusi, sulle aspettative riposte in particolare, sulla classe Politica, ( ma anche sulla Magistratura), come si può evincere dalla diserzione in massa dalle urne.
E' compito dunque della Politica, la vera Politica, l'arte nobile di un tempo, dipanare i nodi, ormai giunti al pettine, di un nuovo equilibrio Istituzionale, e maturità nei comportamenti e nelle soluzioni adeguate ai problemi di oggi.
Occorre un rinnovato dialogo fra le forze in campo, intriso da un reciproco rispetto e riconoscimento, del ruolo dell'altro, consapevoli che ulteriori fratture e vuoti di Potere, in seno al corpo Politico, sarebbero colmati da soggetti non legittimati dal corpo elettorale, con il rischio altissimo, di derive anti democratiche.
Freni, ostacoli, contro- poteri, messi in campo, ormai, sin dai tempi in cui i Socialisti di Bettino Craxi, tentarono di rinnovare il Paese, ( poi fermati dalla falsa rivoluzione giudiziaria), ce ne saranno, ma, se la storia avrà insegnato qualcosa, occorre porre un argine al discredito delle Istituzioni Parlamentari, e dei suoi autorevoli rappresentanti, eletti dal Popolo, riprendendosi quel ruolo di primazia, che la Costituzione Repubblicana ha a questi assegnato, senza cadere nella trappola della rissa continua e divisioni laceranti, ordita da chi ha un disegno reazionario di Paese ove tutti siano contro tutti.
In questo senso un ruolo fondamentale potrà svolgerlo l'elemento più rappresentativo, garante della nostra Costituzione, quale è il Presidente della Repubblica.
Per il resto, bravi Costituzionalisti, magari in un nuova "Bicamerale", potranno esaminare e indicare nuove proposte di assetto Istituzionale, nel tentativo di evitare queste striscianti operazioni anti- sistema.
E chissà che anche i Maestri del Diritto Italiano, come Costantino Mortati, Giuseppe De Vergottini ( mio docente), Augusto Barbera, Presidente della Corte Costituzionale, e, professore Emerito dell'Università di Bologna, possano ancora aiutarci, coi loro lavori dottrinali, insieme ai loro giovani eredi di oggi, ad intraprendere la via maestra delle Riforme.
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