Dopo il sequestro delle sale operatorie di Cardiochirurgia del nosocomio Papardo, da dove la contaminazione ai pazienti sarebbe appunto partita, si parla adesso di un nuovo quintetto di iscritti nel registro degli indagati, già al comando dell’Amministrazione ospedaliera negli anni pregressi all’odierna gestione. Parallelamente, si dovranno intraprendere ulteriori ispezioni nel presidio della zona nord di Messina, a seguito dell’istanza avanzata dal collegio dei difensori.
La maglia della vicenda giudiziaria sulle morti sospette che avvolge l’ospedale Papardo da circa tre mesi si è ingarbugliata con l’aggiunta di ben cinque persone nel carnet degli indagati. La forbice è andata a prelevare nomi cosiddetti “da colletto bianco” che facevano parte della vecchia dirigenza ovvero Mario Paino (general manager dal 16 aprile 2019 al 14 aprile del 2022), Salvatore Munafò (direttore amministrativo dal 1° luglio 2019 al 30 giugno 2022), Giuseppe Ranieri Trimarchi (direttore sanitario dal 1° luglio 2019 al 28 agosto 2024), Alberto Firenze (commissario straordinario dal 6 febbraio 2023 al 31 gennaio 2024) e Giancarlo Niutta (direttore amministrativo dal 21 febbraio 2023 al 28 agosto 2024). La Procura della Repubblica di Messina, attraverso il PM che si occupa delle indagini Annamaria Arena, ha fatto scattare l’inchiesta su input delle denunce dei congiunti delle vittime. Ad essere contestati tra i reati, a vario titolo, omicidio colposo, omicidio colposo in ambito sanitario e medico e cooperazione in delitto colposo. La struttura sarà tenuta sotto osservazione con una lente d’ingrandimento che punterà per il prossimo lunedì 30 dicembre mattina ad un sopralluogo nelle sale d’intervento, adottate dalla Cardiochirurgia.
Gli avvisi di garanzia sono stati notificati oggi dopo la disposizione della Procura di nuovi esami specifici al punto sanitario per soddisfare le esigenze del collegio dei difensori, a distanza dalla prima udienza. Alla parte offesa sembra oltremodo doveroso esercitare accertamenti, dal momento che "il procedimento inziale potrebbe risultare viziato".
Ricordiamo che con questi cinque componenti nel fascicolo dell’inchiesta, si tocca quota undici e il oltre alla “macchia del sequestro” di due sale operatorie. La Procura aveva lasciato autonomia a un custode giudiziario per stabilire gli interventi di cardiochirurgia, in ordine alla priorità. Gli altri nomi dunque segnalati, dallo scorso 23 novembre, sono appunto gli attuali capi del Management Papardo: la direttrice generale, Catena Di Blasi e i due dirigenti da lei scelti (come da prassi all’epoca del cambio di guardia) il direttore sanitario Paolo Cardia e il direttore amministrativo Vincenzo Manzi; poi ancora il primario di Cardiochirurgia Francesco Patanè, la direttrice della Rianimazione Maria Chiara Zucchetti e il responsabile della Terapia intensiva post operatoria Silvio Tommasini.
A procedere con l’azione legale sono i parenti di Dora Biondo, Gaetano Tommaso Bombaci, Vincenzo Ragusa, Donatella Canfora e Angelo Catanzaro. I carabinieri dei Nas (specializzati nella tutela della salute) hanno valutato sulla scorta delle verifiche, con l’esecuzione sinergica di consulenze tecniche, “che i decessi relativi alle denunce si inseriscono in un novero più ampio di casi analoghi avvenuti nel reparto sanitario. Il tutto ai danni di pazienti sottoposti a interventi di varia natura e a cui erano state installati valvole cardiache o bypass coronarici”. Il rilevamento di “numerose criticità in termini di salubrità degli ambienti operatori” ha fatto decretare alcune definizioni quali la contaminazione dell’acqua e l’utilizzo di strumenti chirurgici non del tutto sterili, che avevano comunque oltrepassato le soglie di osservanza sanitaria e tollerabilità per agenti patogeni e altri microrganismi che corrispondeva ad un lavaggio non idoneo della stessa strumentazione e all'assenza di filtri applicabili ai rubinetti esaminati (come riferito nel verbale ispettivo). Per questo il numero di soggetti sospettati era cresciuto a 27 in quanto la responsabilità poteva ricadere su chi aveva il compito di sanificare i contesti chirurgici.
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