I cittadini Padovani con sgomento hanno appreso che alcune prestazioni sanitarie, molto delicate, a volte determinanti per la vita delle persone, come quelle dei Pronto Soccorso, sono state affidate a dei privati, per mancanza di medici e personale infermieristico professionale del servizio pubblico.
Questo accade a Montagnana, Cittadella , Camposampiero, e, a Piove di Sacco ( solo per il delicatissimo servizio di rianimazione).
Sembrerebbe che le convenzioni stabiliscano di affidare a tale servizio solo i pazienti meno gravi che giungono al Pronto Soccorso.
Ma siamo sicuri al 100% dell'attribuzione del grado di gravità stabilito dai Triage in accoglienza' (accade infatti che, a volte, da codice bianco poi si passi al giallo etc...)
Quasi certamente si, ma tutto ciò rappresenta, a mio avviso, una cocente sconfitta, per lo Stato, che, oltretutto, contrasta con l'Art. 32 della nostra Costituzione, che riconosce a tutti i cittadini al diritto alla salute.
Infatti non si deve garantire qualsiasi diritto alla salute, ma un diritto a una sanità di buon livello professionale, di buona qualità insomma.
Intendiamoci, personalmente non intendo colpevolizzare le Società Cooperative, che prestano le loro attività sanitarie nei Pronto Soccorso, coprendo un fabbisogno evidentemente necessario per i cittadini, che "il pubblico" non riesce a soddisfare, ma condannare la probabile, errata programmazione in campo sanitario della Regione e dei Manager a capo delle ULSS.
Mancata programmazione che a fronte delle circa 20.000 ore di prestazioni richieste ai privati ci costano ben 4,5 milioni di euro, (soldi di tutta la collettività).
Non solo, la notizia ci consegna anche un quadro che mina la credibilità dell'intero Sistema Veneto Sanitario, che da anni, orgogliosamente rivendica la propria eccellenza nel nostro Paese, in campo sanitario.
E pur riconoscendo che in alcune specialità il Veneto, e Padova in particolare, è davvero all'avanguardia, come Oncologia, Cardiologia, Pediatria, Urologia, Oculistica, Gastroenterologia, terapia del diabete, trapianti di rene e pancreas, Nefrologia, centro per il trattamento delle malattie rare, l'U.C. di Chirurgia, ed altre, a cui si rivolgono molte persone provenienti da altre Regioni (turismo sanitario), nelle prestazioni di base, in particolare in quelle di urgenza ed emergenza, si deve però affermare che il Veneto sconta, colposamente, una errata programmazione dei relativi fabbisogni.
Inoltre, erroneamente, non valorizza ben 1000 ( mille) medici già inseriti da anni nel Sistema Sanitario Pubblico, che sono medici specializzati ambulatoriali convenzionati, a tempo indeterminato con la Regione, che già sono in carico nei vari distretti Sanitari, e, nel territorio, che potrebbero adeguatamente essere ingaggiati, con una spesa forse inferiore a quella che attualmente occorre per la privatizzazione dei servizi di emergenza e urgenza.
Oltretutto questo garantirebbe inoltre una qualità delle prestazioni maggiormente in linea con le Direttive del Ministero della Salute, visto che questo personale medico, lavorando nel sistema pubblico, non si limita ad effettuare solo le ore lavorative richieste, ma, al contrario, dei "privatisti", provvederebbe alla necessaria "presa in carico" del paziente, assicurando il rispetto del principio della priorità della persona, oltre alla umanizzazione delle cure e l'assistenza del malato, anche durante tutto il periodo necessario, fino alla sperata guarigione.
Occorre quindi allargare quindi il numero dei posti di specializzazione dei medici, e, valorizzare al meglio le risorse mediche che già collaborano da anni con il Sistema Sanitario Veneto.
Occorre inoltre, contemporaneamente introdurre il "numero programmato" nelle Facoltà Universitarie, di Medicina, e, in quello di Scienze Infermieristiche, per ampliare, per il futuro, il numero dei laureati in Italia.
Inoltre, è necessario riparametrare gli obiettivi da raggiungere dai manager delle ULSS e delle Aziende Ospedaliere, fissando quale priorità quella di soluzioni idonee ad evitare la privatizzazione dei Pronto Soccorso, penalizzando, nella relativa valutazione annuale coloro che non raggiungono tale risultato.
Dunque è al Presidente Zaia che ora si indirizzano queste richieste affinché sia eliminato il grave vulnus che questa situazione ha determinato nella nostra Comunità.
Sono certo che, a parità di costi, Zaia e l'Assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, sapranno rassicurare i cittadini Veneti, che, così, tornerebbero, ancora, ad essere orgogliosi del oro Sistema Sanitario, confortati, anche, dal fatto che chi si occuperà del bene più importante, per tutti, la salute, sarà una persona, che, oltre al giuramento formale di Ippocrate, ha fatto anche quello "sostanziale" di avere a cuore il bene del paziente.
Settembre 2024
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