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Ristorante “Il Siciliano”, un rilancio di nome tradizione: dal caparbio titolare Danny Anna ai suoi validi sapori e bracci di mare

Una storia di imprenditoria che perlustra dagli esordi di movida cittadina nei primi anni Novanta fino ai primi passi nel comparto di ristorazione degli anni Duemila. Il titolare Danny Anna porta tutta questa esperienza nel ristorante italiano e pizzeria “Il Siciliano” che dal centro città di Messina ha creato un marchio rimasto nell’arco di un ventennio in due sedi diverse e diventato un luogo d’incontro non solo per i residenti per tutto l’anno a pranzo e cena ma anche per i turisti che sbarcano dalle navi da crociera e trovano, uscendo dal Porto Storico, un rifugio ideale per apprezzare la cucina tipica siciliana, con uno spaccato suadente di quella peloritana. L’attività che emerge su due arterie principali della località dello Stretto tra le vie Vittorio Emanuele II e Garibaldi garantisce l’assaggio di “tesori gastronomici della Sicilia” e consente di viaggiare nelle mille nuance dell’Area Metropolitana attraverso i sapori e i profumi e un passato che ha tanto da raccontare pescando nelle ricette del territorio.

“Il Siciliano” scopre le sue carte con un obiettivo insito dalla sua fondazione che viene rilanciato anche in un’anticipazione con la stampa cittadina: recuperare e valorizzare gli input della cucina che vengono dal popolo nostrano, ricordiamo, frutto di dominazioni. Il menù è piuttosto vasto e le esigenze più disparate non colgono mai impreparato lo staff dei manicaretti per lo più a base di pesce ovvero lo chef Fabio Di Stefano che lavora da sedici anni con l’imprenditore Anna e la lady Chef Cristina Beccalli che collabora da minor tempo ma ha una bella grinta di chi ha già fatto squadra, intervenendo sia sui piatti salati che sui dessert. A completare la gestione dell’offerta culinaria è pure il settore pizzeria con il i maestro pizzaiolo Giovanni Roberti che prepara sia impasti contemporanei sia impasti multicereali con ampia scelta sui gusti dal tradizionale a quello più moderno ma con una preferenza verso lo stile dell’isola. Un settore che è altrettanto funzionante, come il ristorante, anche a pranzo per chi volesse fare una pausa da lavoro con la tanto adorata pizza alla napoletana. Il braccio di mare in sala è Cristina Vaccarino da ben vent’anni mentre Katia Bellinghieri è la giovane aiutante di sala ed aspirante sommelier. “La Sicilia è Repubblica indipendente del commercio per le sue incredibili risorse sia umane che agricole” - evidenzia il titolare. I particolari verso la buona cucina sono stati scanditi da una efficace collaborazione con la Scuola Europea Sommelier Sicilia e delegazione Messina, di cui il proprietario si avvale per rispettare la sicilianità e la competenza a tutto tondo nella selezione dei vini provenienti da importanti zone come le Cantine Coppola 1971 di Partinico (PA) e PietraCava di Butera (CL). Ad indicare le etichette per un corretto abbinamento il responsabile per la Sicilia Claudio Ferrara e la maestra referente per Messina Francesca D’Angelo. In loro supporto, il sommelier Claudio Arrigo.            

Il locale parla di Sicilia dall'accoglienza con il carretto siciliano in vetrina ai colori delle pareti e dell’arredamento con tavoli fatti da piastrelle in ceramica di Santo Stefano di Camastra e le sedie verdi e bianche a ricordare i fichi d’India e i fiori di queste piante. Tutte le materie prime sono di artigiani e produttori delle aree limitrofe e isolane in genere che Danny Anna ha pensato bene di sponsorizzare, mettendo in vendita le loro squisitezze e creando un angolo alla maniera della piccola “putia” che aprirà ufficialmente i battenti entro l’estate all’interno del ristorante.

La missione amorevole de “Il Siciliano” nasce da un senso di meticolosità verso i clienti che non sono soltanto ospiti ma sperimentatori del gusto, trasportati dal calore e da una situazione che rispolvera le premure delle nonne che si intervallano nelle pietanze tradizionali.

“Il Siciliano” ha voluto fare conoscere queste sue caratteristiche ai giornalisti (in prevalenza generalisti) insieme al Menù della Tradizione (per quanto chi è specializzato nel settore enogastronomico ha il dovere e ha già documentato in tempi addietro le singolari prestazioni della cucina dell’attività senza istituzioni), alla presenza del sindaco di Messina Federico Basile e dell'assessore alle Attività Produttive e Promozionali Massimo Finocchiaro. Ad interessare tra le vivande speciali della serata, l'introduzione di alcuni nuovi piatti, pensati appositamente per questa iniziativa in un percorso di tre città. L’Antipasto “A Cuminciari” è stato interpretato per Messina con una “Caponata Classica di Mare” che è la quintessenza dei preparati siciliani, dal momento che mischia in un soffritto di sedano e cipolla tutti gli ingredienti della cucina povera quali capone, capperi, olive e melanzane, servito su un crumble di pane tostato. Qui lo Spumante siciliano Brut biologico di Grecanico dell’Azienda Coppola 1971 che spumantizza con metodo charmat in autoclave è l’ideale per fornire, con la sua bollicina fine, uno stimolo a mangiare ancora. Mediante questa scelta la bocca si riempie di note floreali. A seguire un Cous Cous alla Palermitana, con all'interno pomodoro fresco confit, acciughe e sarde fresche, pinoli e uvetta, ricoperto con sugo al finocchietto selvatico, polvere di pan tostato e aromatizzato al pomodorino. Ad accompagnarlo il Moscato di Pietracava che ha dato un ritorno di freschezza e sapidità. Nella produzione di questo vino, ben due generazioni mettono la loro passione, oltre che la tecnica nella vinificazione. Per il Primo Piatto – “A Cuntinuari” abbiamo fatto visita a Catania e abbiamo assaggiato Busiate Fresche alla Norma di Pesce Spada, che è una rielaborazione della classica Norma, con l’aggiunta di tocchetti di Pesce Spada dello Stretto di Messina. Questa pasta è stata abbinata al Nero D'Avola Pietracava, non particolarmente strutturato, con affinamento in bottiglia e con una sua acidità. Break per pulirsi la bocca con in mezzo il sorbetto di limone. E via al Secondo Piatto – “Pi Finiri” che è stato il Baccalà in due cotture trasferite in due pezzi (uno al forno a bassa temperatura precedentemente marinato ed uno realizzato in tempura su boulette di panzanella). Stavolta uno Chardonnay Pietracava è stato accostato per donare una persistenza gustativa e compensare il baccalà con due consistenze vicine. Per Dessert – “Pi Scialari” è arrivato il Semifreddo al Cappero e Limoni di Sicilia: un dolce con esaltazione delle fragranze e aromi dell'isola che corrispondono alla sapidità del cappero, all’acidità del limone e alla dolcezza del semifreddo.

A concludere la sfilza di delizie genuine della regione, il liquore Rosolio Lemoncello del liquorificio F.lli Pistone di Belpasso nel catanese.

La diffusione di ogni portata e di ogni prodotto è sicuramente il nuovo step da perseguire per affermare che credere nell’autenticità delle prospettive di vita si innesca dalla crescita della propria terra e così anche del proprio ristorante, come Danny sta cercando di fare consegnando, ormai, nelle mani dei propri figli la conduzione delle aziende: in questo caso al 23enne Claudio ma anche al primogenito Piero che si occupa di altri due locali in città, di cui uno solo estivo sul mare della riviera nord.

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