Neanche l’incontro di questa mattina in prefettura, a Messina, alla presenza dei vertici dell’azienda e di Sicindustria, ha sciolto le incertezze sul futuro della centrale termoelettrica
Ancora nessuna certezza sul futuro della centrale termoelettrica A2a di San Filippo del Mela. La tensione e la preoccupazione sale per tutti coloro che direttamente o tramite indotto, operano all'interno della centrale.
Nelle settimane scorse, i sindacati (Cgil, Cisl e Uil) insieme alla Fim, Fiom e Uilm e degli elettrici Flaei, Filtcem e Uiltec, hanno chiesto l'organizzazione di un tavolo tecnico. Ma nemmeno la riunione di stamane ha dato risposte certe.
Il tavolo era stato convocato dal prefetto Cosima Di Stani su sollecitazione dei sindacati per avere chiarezza sugli investimenti dell’azienda necessari ad accompagnare il sito messinese al nuovo modello produttivo.
Le dichiarazioni dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Pietro Patti, Antonino Alibrandi e Ivan Tripodi
«Per noi è fondamentale conoscere quali saranno i passaggi della transizione sociale, quella dei lavoratori, desideriamo conoscere i piani per il mantenimento dell’occupazione attuale, quelli per la riqualificazione del personale ed i programmi per il rilancio che significa un futuro certo per il sito.
La preoccupazione non è solo per i dipendenti dell’A2a ma c’è in gioco la tenuta dell’indotto e del tessuto economico e sociale di tutto il territorio.
All’interno dello stabilimento ci sono progetti per impianti come quello della plastica o del forsu che hanno bisogno di completare l’iter autorizzativo e altri che rappresentano un investimento come quello sui motori a gas.
Ma su questo c’è sempre un grande punto interrogativo, in quanto non c’è chiarezza, e non c’è un approfondimento nei dettagli dell’iter e della parte economica.
Pertanto, vista la situazione di fortissima preoccupazione, abbiamo chiesto un tavolo permanente che affronti la vicenda in maniera dettagliata, approfondendo le ricadute degli investimenti e quelle occupazionali e che allarghi il ragionamento a tutta l’area industriale di Giammoro perché da A2a dipende la tenuta del comparto industriale delle aziende che operano nell’indotto.
Per questo permane lo stato di forte preoccupazione sul mantenimento degli attuali livelli occupazionali ma anche e soprattutto per il futuro della produzione dello stabilimento attorno al quale ruota anche il tema delle energie rinnovabili e del ciclo dei rifiuti.
Per Cgil, Cisl e Uil bisogna affrontare la scottante vicenda con il linguaggio della chiarezza, ben sapendo che non è ammissibile mettere in discussione l’occupazione e il lavoro. Serve una visione d’insieme per lo sviluppo e il futuro del territorio».
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