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Sanità: 2 anni di Covid non ci hanno insegnato nulla.

Che la Sanità in Italia, specie in alcune Regioni del Mezzogiorno, sia a pezzi e rappresenti un buco maledettamente enorme, in termini di costi economici è cosa nota.

Certo è anche, che dopo ben due anni dalla Pandemia, nonostante i buoni propositi e i proclami, delle Forze Politiche, sul piano delle annunciate riforme, nulla è avvenuto.

Infatti, oltre ad assistere ad una vera e propria babele nel campo della Sanità Convenzionata, ( Privata) disciplinata da ben 14 diversi tipi di contratto, rinnovati solo alcuni mesi fa, ( a distanza di ben 15 anni dall' ultimo rinnovo), anche nel Settore Pubblico, le cose non stanno per niente meglio.

Infatti:

1- l' accesso alla Facoltà di Medicina è ancora a numero chiuso con il paradosso che in Italia mancano proprio migliaia di Medici, specie nei Pronto Soccorso e fra gli Anestesisti;

2- Alto è il numero dei giovani medici che lasciano l' Italia per la Francia o

l' Inghilterra e Germania, i quali offrono, ancor prima della laurea, posti di Specialistica e stipendi da 7.000 euro al mese;

3 - per gli Infermieri si assiste a due fenomeni, anch' essi deprecabili, da un lato arriva in Italia molto personale dei Paesi dell' Est, mentre dall' altro, molti degli Italiani, distrutti da turni sempre più massacranti e malpagati, vanno in Svizzera con stipendi da 3.500. Euro netti;

4- la Medicina territoriale, l' unica che potrebbe salvarci dagli intasamenti dei Pronto Soccorso, aiutare nella fase della prevenzione delle malattie, e nella urgenza- emergenza, è rimasta ai blocchi di partenza, tranne alcuni casi virtuosi, come la prossima apertura a Padova dell' Ospedale ai Colli, in Città, e nuovi Distretti nell' Alta Padovana e nella Bassa, che avranno proprio queste funzioni;

5- si assiste a 20 Sanità diverse avendo ogni Regione d' Italia, che, secondo la Legge 833, hanno la competenza in materia, con prestazioni molto diverse .

A partire dai LEP , i cosiddetti livelli minimi delle prestazioni, che in Lombardia e Veneto, Emilia Romagna, raggiungono buoni livelli, mentre nelle altre Regioni tali prestazioni sono davvero al minimo, non assicurando neppure le prestazioni di base ai propri cittadini, costringendoli naturalmente a mancate cure, o a rivolgersi alle strutture Private, solo per chi ne ha i mezzi economici .

Non solo , in molte Regioni , dopo la stagione politica della spending rewieu, si è assistito a chiusure immotivate ed irrazionali, di molti piccoli Ospedali, e di taglio di molti posti letti, con la conseguenza che per i cittadini di interi territori, in caso di urgenza, ha comportato percorrere più di 100 kilometri per raggiungere gli Ospedali più vicini.

Peraltro va rilevato che i posti letto negli Ospedali in Italia sono 3,1 su mille abitanti, mentre in Germania sono 8 e in Francia 6 ( dati OCSE).

E pensare che oggi quegli stessi Ospedali chiusi, avrebbero non solo potuto supplire alla mancanza generalizzata dei siti di Medicina del territorio, ma fungere da ammortizzatore dei flussi di emergenza - urgenza, che necessariamente, in questi anni di Pandemia, si sono indirizzati verso gli Ospedali grandi dei Capoluoghi, intasando e facendo precipitare le Regioni più penalizzate dai tagli, in zone Giallo o Arancione,

Così come ad esempio, a Padova, dove

l' Uls 6 Euganea, causa Covid, ha annunciato che taglierà del 10 % le prestazioni sanitarie programmate e quelle relative agli Interventi Chiurgici e ricoveri preventivati.

Per questi motivi riteniamo che le battaglie per una nuova Riforma Sanitaria vadano riprese con forza, a fronte dell'inerzia quasi totale del Governo, e di moltissime Regioni, che approfittando del clima attuale di crisi Pandemica, non ancora risolta, ritarda colpevolmente l ' adozione delle misure che da tempo molte Organizzazioni sociali, e Comitati Spontanei di Cittadini chiedono a gran voce.

Ecco perché non vorremo che passata la festa si " gabbasse" il Santo, con risultati, purtroppo , che se non si interviene immediatamente, si annunciano catastrofici, per la salute dei cittadini e per le loro famiglie, in primis i Pensionati, che dopo anni e anni di contributi, vedranno precipitare i loro livelli di assistenza, per di più nel periodo più fragile della loro esistenza.

Sebastiano Arcoraci

UGL Salute

UTL PADOVA





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