Per ridurre le liste d’attesa l’on. Laccoto chiede di sfruttare i fondi del Decreto Sostegni bis
Dalla recente indagine del Movimento di partecipazione civica Cittadinanzattiva, “in Sicilia, a causa del Covid, sono state oltre 3 milioni le prestazioni ambulatoriali e 63mila i ricoveri non erogati. Ad intervenire l’on. Giuseppe Laccoto che presenta un’interrogazione all’Ars che rivolge al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità come iniziativa volta a ridurre i tempi massimi di attesa per gli esami diagnostici come Tac e risonanze magnetiche, per tutte le prestazioni ambulatoriali e in regime di ricovero
“ Ci sono risorse confermate anche per il 2022 nel Decreto Sostegni bis che consentono - afferma l’on Laccoto - alle aziende e agli enti del Servizio Sanitario Regionale di assumere medici specialisti, infermieri ed altri professionisti sanitari, anche attraverso procedure semplificate ed in deroga ai vincoli di spesa vigenti. La Regione - continua - sfrutti questi fondi e dia risposte agli utenti della sanità che chiedono tempi rapidi per le diagnosi, efficacia ed efficienza nei servizi”
Diverse le problematiche rilevate a seguito dell’ aggravarsi della situazione pandemica Covid che, come si legge, andrebbero oltre l’allungamento dei tempi massimi di attesa per tutte le prestazioni ambulatoriali e in regime di ricovero. A causa dell'attività chirurgica programmata negli ospedali che di fatto sarebbe ferma, limitata agli interventi d'urgenza, ritarderebbe ulteriormente prestazioni richieste, compresi quelli oncologici non rimandabili che, senza una diagnosi tempestiva, in molti casi, aggraverebbero la situazione clinica del paziente (molti interventi chirurgici programmati verrebbero rimandati anche di un anno con il rischio che malattie benigne e facilmente curabili si possano trasformare in patologie letali).
Il deputato Laccoto oltre a prendere spunto dall’indagine del Movimento di partecipazione civica Cittadinanzaattiva, prende spunto dal Piano Regionale di Governo delle liste di attesa (PRGLA) per il triennio 2019-2021.
Quest’ultimo prevede, secondo quanto riportato nell'interrogazione che, le aziende sanitarie del Servizio Sanitario Regionale “devono garantire, per classe di priorità, il rispetto dei tempi massimi di attesa per tutte le prestazioni ambulatoriali e in regime di ricovero secondo i limiti fissati così come riportato nello stesso Piano:
Classi di priorità per le prestazioni ambulatoriali (primi accessi). Priorità Tempi Massimi di Attesa:
U (Urgente) da eseguire nel piu breve tempo possibile e, comunque, entro 72 ore; B (Breve) da eseguire entro 10 giorni;D (Differibile) da eseguire entro 30 giorni per le visite o 60 giorni per gli accertamenti diagnostici; P (Programmata) da eseguire entro 120 giorni.
E che inoltre, le Classi di priorità per le prestazioni in regime di ricovero, prevedono:
Tempi massimi di attesa e indicazioni: A - Ricovero entro 30 giorni per i casi clinici che potenzialmente possono aggravarsi rapidamente al punto da diventare emergenti, o comunque da recare grave pregiudizio alla prognosi. B - Ricovero entro 60 giorni per i casi clinici che presentano intenso dolore, o gravi disfunzioni, o grave disabilità ma che non manifestano la tendenza ad aggravarsi rapidamente al punto di diventare emergenti né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi. C - Ricovero entro 180 giorni per i casi clinici che presentano minimo dolore, disfunzione o disabilità, e non manifestano tendenza ad aggravarsi né possono per l’attesa ricevere grave pregiudizio alla prognosi. D - Ricovero senza attesa massima definita per i casi clinici che non causano alcun dolore, disfunzione o disabilità. Questi casi devono comunque essere effettuati almeno entro 12 mesi.
“ Non è degno di un paese civile attendere anche un anno per effettuare una TAC o una risonanza magnetica. - Continua Laccoto - I tempi di attesa per esami diagnostici, prestazioni ambulatoriali specialistiche e in regime di ricovero sono davvero troppo lunghi, così lunghi da risultare inaccettabili e snervanti per gli utenti. Bisogna utilizzare i fondi ancora disponibili nel Decreto Sostegni bis per assumere nuovo personale sanitario, migliorare i servizi e ridurre drasticamente i tempi di attesa per esami che possono risultare vitali. Immediatezza della diagnosi significa - conclude Laccoto - tempestività delle cure e quindi maggiore efficacia delle cure stesse. Per questo bisogna intervenire con urgenza per affrontare un problema che già esisteva e che la pandemia ha senz’altro aggravato”.
Si legge ancora che, nella Legge di bilancio 2022, al fine di garantire la piena attuazione del Piano Operativo per il recupero delle liste di attesa, le disposizioni previste dall'articolo 26, commi 1 e 2, del decreto-legge 25 maggio 2021, n. 73, sono prorogate fino al 31 dicembre 2022. Le Regioni devono rimodulare il Piano Operativo già adottato e presentarlo entro il 31 gennaio 2022 al Ministero della Salute e al Ministero dell'Economia e delle Finanze; Guardando indietro le problematiche legate al recupero delle liste di attesa, createsi nel periodo dell'emergenza Covid-19, sono state comunque già affrontate dal Governo, con il decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104, convertito dalla legge 13 ottobre 2020, n. 126.
Sulla base delle disposizioni contenute nell'articolo 29, comma 1 del citato decreto, le regioni e gli enti del SSN già potevano avvalersi, sino al 31 dicembre 2020, di strumenti straordinari, anche in deroga ai vincoli previsti dalla legislazione vigente in materia di spesa per il personale, per il recupero dei ricoveri e delle prestazioni di specialistica ambulatoriale e di screening, non erogati nel periodo dell'emergenza epidemiologica; Infatti il decreto-legge n. 104 del 2020 prevedeva specifici stanziamenti, pari a 112,406 milioni di euro, destinati ai ricoveri ospedalieri, ed a circa 365,812 milioni di euro per il recupero delle prestazioni ambulatoriali. Nel successivo decreto sostegni-bis, convertito dalla legge 23 luglio 2021, n. 106, è stato comunque affrontato nuovamente il tema delle liste di attesa, prevedendo la proroga delle risorse già stanziate con il decreto-legge n. 104, fino al 31 dicembre 2021, al fine di consentire un maggior recupero delle prestazioni di ricovero ospedaliero per acuti in regime di elezione e delle prestazioni di specialistica ambulatoriali non erogate dalle strutture pubbliche e private accreditate nel 2020, a causa dell'intervenuta emergenza epidemiologica conseguente alla diffusione del virus SARS-Cov-2.
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