Sembra ormai cosa fatta per la Legge che di fatto sarà l'anteprima dello stop al numero chiuso per accedere alla facoltà di Medicina.
Ieri, infatti, è passato al Senato, su iniziativa del Parlamentare Marti, concordata col Ministro per l'università e ricerca, Anna Maria Bernini, ( che ha confermato tale intenzione e, nel contempo, per il 2025, ha aumentato i posti, passando da 200.000 a 250 mila), il testo di Legge che lo prevede.
Dunque, se anche la Camera, lo approverà, nelle prossime settimane, presto diventerà Legge dello Stato, anticipando quello che si preannuncia come la fine del numero chiuso a Medicina.
Finalmente, oltre l'ideologia e la casta, si affermerebbe il principio del libero accesso a ogni Facoltà Universitaria, un diritto finora compresso da una sorta di privilegio accordato a questa categoria di professionisti.
Aver previsto, in ogni caso, una sorta di verifica al Primo Semestre, sulla idoneità e inclinazione degli Studenti per il prosieguo degli studi in Medicina, previo riscontro del numero sufficiente di esami sostenuti, può rappresentare un argine alla poca predisposizione del singolo studente verso quel tipo di studi, a cui in ogni caso, verranno riconosciuti i crediti acquisiti, consentendogli il proseguimento della carriera universitaria, in altro settore a lui più consono.
Una Riforma quindi che andrebbe incontro al fabbisogno enorme di Medici nel nostro Paese, che, in parte era dovuto proprio al sistema del numero chiuso, (inesistente in molti altri Paesi Europei), oltre che da una errata programmazione delle Regioni, sui fabbisogni della Nazione, di personale sanitario.
Finirebbe così anche la giungla dei corsi di formazione a pagamento, su cui molti Enti di formazione avevano lucrato nel passato, oltre che la vera e propria lotteria, che si era creata con il Test a crocette, di ammissione alla Facoltà, cui sono stati sottoposti, da moltissimi anni ( prima vi era infatti il libero accesso), molti giovani e le loro famiglie, con costi a dir poco esorbitanti.
Basterà tale riforma?
Certamente no, ma sarebbe già un gran passo verso una buona soluzione.
In realtà, più volte, anche di recente, alcune forze politiche e Associazioni Studentesche, lo avevano chiesto, ma senza successo.
E' la migliore delle riforme?
Certamente no, poiché sarebbe stato meglio, e più saggio, adottare "il numero programmato d'ingresso", ma, visto che, il Ministero della Sanità e le Regioni, in passato non hanno saputo porre in essere uno studio attendibile sulle necessità di Medici per l'Italia, forse questa Riforma è oggi la migliore possibile.
Occorre, in ogni caso, tener conto di altri elementi, per rispondere appieno alle necessità di Medici di base e di quelli per i nostri Ospedali e Distretti Sanitari.
Primo fra tutti quello di liberarli dalle eccessive pratiche burocratiche a cui sono sottoposti, e di una migliore remunerazione dei Medici, oggi sottopagati, e costretti, spesso, per questo, ad andare a lavorare all'Estero.
Inoltre occorre ampliare i posti di specialità in Medicina d'urgenza e emergenza per i nostri Pronto Soccorso, oggi insufficienti, riconoscendo a tali professionisti, una adeguata indennità suppletiva, per rimediare al triste fenomeno, che in alcune occasioni, a causa della carenza di personale interno, dell'affidamento del Servizio di Pronto Soccorso, e, pronta emergenza, a Cooperative Private, come avvenuto di recente nel Padovano ed in altri territori.
In tal senso potrebbe essere colmato quel gap, ancora oggi esistente, per i posti disponibili per borse di studio, per la medicina generale, e quelli che si rendono vacanti, a causa di un numero insufficiente di laureati, che rispondono al bando, visto che in alcuni casi, ( come a Padova), oggi, a fronte di 250 posti si presentano in 150, lasciando vuoto ben il 40% dei posti messi a bando.
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